Ieri, de facto, il Milan ha ceduto la testa della classifica alla Beneamata (non da me). Il recupero contro il Bologna sarà, nel momento in cui verrà giocato, solo una formalità.

Si sapeva, in effetti, che lo scontro col Torino sarebbe stato difficile, perché Juric può anche lasciare punti qua e là quando meno ce lo aspettiamo, ma sa mettere in crisi le prime della classifica. E ieri non si è smentito, anche se lo ha fatto in maniera leale, giocando a sua volta per vincere e, soprattutto, senza ricorrere alle randellate e senza esagerare con le tattiche ostruzionistiche. Confesso che mi è simpatico quanto uno che parla di pozzi neri mentre si è a tavola. E' stato, però, un avversario corretto.
Considerato l'intoppo casalingo del Napoli, in ogni caso contro un'avversaria di valore come la Fiorentina, il Milan dovrà vedersela principalmente contro l'Inter che, come scritto su, si può considerare in testa alla classifica, seppure non dal punto di vista formale.
In tal senso, vorrei ribadire la mia linea di pensiero, che chiunque è libero di condividere o non condividere, ma che non può essere nascosta sotto un tappeto, come quando si fa solo finta di pulire.

L'Inter ha un bel parco giocatori e gioca un calcio che, quando le gambe girano, diverte molto. Contro il Verona si sono visti momenti di bel gioco, come peraltro sono stati mostrati anche da Milan e Napoli nel corso della stagione. I nerazzurri restano, tuttavia, un fenomeno anomalo, specie dal punto di vista finanziario.
Come altrimenti può essere definita una società che presenta un consolidato di 245 milionl passivo per il 2020-21, debiti per 827,6 milioni e rivalutazione di beni per 212? Per di più, i suoi ultimi bond sono stati classificati dalle agenzie di rating come B-- ovvero junk bond (per chi non parla inglese, titoli immondizia...). Parlando con un trader a tempo pieno, di quelli che ci campano su certe operazioni, ho scoperto che al di sotto della classe B--, c'è l'anticamera del default ovvero dell'insolvenza.
E anche se lasciamo da parte l'abuso di ricorsi in sede legale da parte dei nerazzurri, per arrivare a giocare Bologna-Inter con i felsinei già salvi, non si può che restare perplessi di fronte a chi mantiene una squadra forte senza soldi e con una voragine di bilancio.
Un interista potrebbe dire che ce l'ho con loro. Se lo facesse, risponderei che ha solo scoperto l'acqua calda. E' vero, perché non dovrei avercela? Non si sta giocando ad armi pari. E non sto considerando le vicende arbitrali dei mesi scorsi,  per quanto sia difficile ignorare quelle al VAR, inspiegabili. Il problema è che l'Inter gira su una Ferrari, quando potrebbe permettersi, al massimo, un motorino usato.
E' come se, dopo aver parcheggiato l'auto, voi non la trovaste più. Eppure, dopo qualche giorno,vi arriva il conto salato del meccanico da saldare per le riparazioni fatte eseguire da chi l'ha presa. Vincendo il campionato, l'Inter gira con la Ferrari, ma presenta il conto sia al Milan che al Napoli (escludiamo la Juventus, che è nel mirino per gravi irregolarità contabili, anche se occorre darle atto di aver quantomeno ricapitalizzato).

Non tutti troveranno simpatico ciò che dico, ma solo i fessi risultano simpatici e preferisco passare per antipatico che per fesso. Piuttosto che fare come altri, i quali preferiscono affermare che il Milan non ha la squadra da scudetto, io opto per far notare che, fra tante altre obiezioni, gli avversari non potrebbero permettersi la propria squadra.
Come cantava Georges Brassens in "Le cocu", potrò anche essere fatto becco, ma non inviterò a pranzo il compare della mia signora. Non mi comporterò da tifoso compiacente, insomma.

Detto questo, torniamo a Torino-Milan 0-0, nel corso della quale granata e rossoneri hanno giocato una partita, per certi versi, speculare.
Juric ha puntato ad aggirare gli esterni bassi rossoneri o a infilare i suoi fra l'esterno e il centrale. In qualche occasione ci è riuscito con Ricci, Singo e poi Aina. Il Torino ha messo a dura prova Maignan con Vojvoda (principe in lingua croata o serba), mentre Belotti ha scaricato a colpo sicuro un'ottima occasione su Tomori, che si è immolato per la patria.
Il Milan è arrivato al tiro in area con Calabria (conclusione angolata, ma non secca) e Tonali (conclusione tesa, ma non angolata). Dal canto loro, Leao e Messias (il secondo subentrato a Diaz nella ripresa) sono stati murati alla meglio dalla difesa granata. A differenza del Milan, il Toro raddoppiava di più in marcatura, quindi i rossoneri hanno trovato uno schieramento più folto ogni volta che hanno attaccato.

Quanto alla direzione di gara, c'era Doveri, che non vedeva più i colori rossoneri dopo aver concesso due penalty all'Inter in 45' nel derby d'andata. Non ho condiviso diverse sue decisioni, ma nel complesso mi sento di fare al direttore di gara un solo vero rimprovero, che riguarda i cartellini rifilati nella prima mezz'ora a Kalulu e Tomori. Erano interventi per i quali il giallo non si estrae spesso, a meno che non si tratti di scorrettezze reiterate. E non è stato il massimo per il Milan trovarsi dopo solo mezz'ora con entrambi i centrali di difesa ammoniti. Per fortuna, i due ragazzi sono stati eccellenti nel non fare più falli, per cui il Diavolo non si è trovato in inferiorità numerica.
Direi che, ispirandoci a Leibniz, la direzione di Doveri può essere ormai archiviata, sia pure senza considerarla la migliore fra quelle possibili. Anzi, è stata piuttosto lontana dal migliore degli arbitraggi possibili.
Diaz è stato confusionario per l'ennesima volta ed ha ritardato un assist facile per Leao nel primo tempo. Messias, che gli è subentrato, è stato almeno diligente, per quanto non abbia fatto sfracelli. Saelemaekers è stato, a sua volta, troppo frenetico, ma rispetto allo spagnolo tascabile c'è stato fisicamente. Non trascuriamo questo fattore.
Quanto a Diaz, Pioli potrebbe affermare di aver avuto la panchina un po' corta e non avrebbe torto. Capisco anche le sue remore nel rinunciare al ragazzo, di cui attende con fiducia l'esplosione da un anno e mezzo. Capisco Pioli più di quello che possa apparire, ma Diaz è ormai un problema oggettivo.

E' stato fatto notare che il Milan è un po' stitico dal punto di vista dell'attacco. Segnalo che, in compenso, ha una difesa valida e che non prende gol da più di 450'. Aveva preso l'ultima rete sul tocco di mano di Udogie, non rilevato al VAR, dal quale era scaturito il pareggio interno contro l'Udinese. Senza quella rete farlocchia, i rossoneri sarebbero oltre i 550' di inviolabilità della propria porta. Quindi è giusto far notare le poche reti segnate, come anche far notare che, contro il Verona, l'Inter ha disputato un ottimo match. Sarebbe, però, giusto sottolineare anche l'efficienza difensiva, perché avere una difesa che prende pochi gol è un punto di forza.

Spezzo una lancia a favore del tecnico, facendo notare che Spalletti è più quotato di lui e anche più bravo (non è offensivo per nessuno essere meno bravi di Spalletti), ma ha perso in casa contro la Fiorentina in una giornata in cui poteva passare in testa. Insomma, non è che sulle altre panchine ci sia l'infallibilità personificata.
Ora l'Inter ha anche un calendario più facile del Milan. Forse il Cagliari in Sardegna potrebbe dare fastidio ai nerazzurri, se una di quelle dietro tenesse la scia dei sardi e non consentisse loro di essere salvi quando si giocherà il match. E' un po' pochino, però. In realtà, il Milan ha il dovere di presentare ai nerazzurri il conto più salato possibile. Dovrà fare come John Belushi in "Animal House", affermare cioè che questa storia sarà finita solo quando lo diremo noi rossoneri (anche se finirebbe comunque fra 6 giornate... vabbè, si dice tanto per rendere l'idea, ovvio).
Non possiamo evitare che l'Inter si paghi lussi e auto sportive a spese delle avversarie, ma almeno possiamo rompere le palle il più possibile a quei signori.