Una premessa, in questo assurdo mondo che è la Serie A italiana, abbiamo giocato due giornate ma, oltre a non essere ancora chiuso il mercato, abbiamo già la prima interruzione per le nazionali e la supercoppa la giochiamo a babbo morto. Quindi tutto quello che dico lascia il tempo che trova. E lo dico in ordine sparso diviso per squadra. INTER Hanno i soldi, hanno cacciato Mancini, che lo scorso anno non ha mai dato un gioco ad una rosa che era almeno da terzo posto (e non facciamo finta di no). Si sono rinforzati con un paio di acquisti (Banega in testa) e hanno deciso per un tecnico insensato. De Boer ha allenato solo l’Ajax e lo scorso anno lo ha fatto malissimo. Ieri ha dimostrato di non averci ancora capito nulla: gioca all’olandese con una squadra che ha dei centrocampisti con i piedi come mattoni, costringendo l’unico con i piedi buoni (Banega) a stare davanti alla difesa, facendo inserire Medel (uno che la porta non la prende nemmeno dal dischetto del rigore di punta), facendo giocare sulla fascia Eder al posto di Candreva e schierando un 3-5-2- senza senso. Non ha i giocatori per farlo, ha solo un centrocampista con i piedi buoni, sessanta mezze punte e una difesa sempre in affanno. Giocare con il 4-2-3-1 no ? Medel e Kondogbia o Melo davanti alla difesa darebbero buona copretura. Banega dietro a Icardi con Candreva e un'altra ala sulla fascia a servire Icardi. Ma anche un 4-4-2. Sento parlare di Banega non in grado di costruire il gioco (e chi lo ha visto giocare lo scorso anno sa che è una bestemmia) e di Felipe Melo come regista (???? Da commentare ?). Ma un allenatore che ne capisca qualcosa no. Ecco il problema di avere un intrallazzatore come Kia dietro ad una società di calcio. Ecco i problemi che portano i fondi. Un allenatore dettato da Kia, un Joao Mario strapagato, un Gabigol che non serve (magari il prossimo anno, ma adesso sarebbe il sessantesimo attaccante), magari adesso arriva Fabregas. Ma non si ricominci con il balletto delle colpe di questo e di quello. L’Inter la squadra ce l’ha, solo che deve essere messa bene in campo, allenata come si deve, e la società deve difendere sé stessa. Invece oggi, dopo il disastro di ieri (De Boer, per cortesia, non avete rischiato di vincere 4 a uno, avete rischiato di perdere uno a zero col Palermo, ottima candidata alla B) Zhang, Tohir (partiti ieri subito dopo la partita) Zanetti e Bolingbrooke sono a Nanchino per la festa di fine estate del Gruppo Suning. Cosa avranno da festeggiare Tohir, Zanetto e Bolngbrooke non si sa. L’unico che dovrebbe festeggiare, visti i soldi che sta facendo, è Kia Joorabchian. Ma questi sono solo vaneggiamenti di un antiinterista vero ? Come quando l’anno scorso dicevo che Tohir non aveva i soldi, che Mancini non aveva un gioco e che l’Inter sarebbe sparita dopo Natale. Oggi rischia di sparire già prima di Natale se si continuano a cercare alibi per non scontentare i venditori di lavatrici e il loro intrallazzatore. Intanto De Boer sta mantenendo almeno una promessa: il gioco non c’è, la squadra nemmeno, ma lui sta facendo divertire i tifosi. Magari non quelli interisti. ROMA Cosa dire sulla Roma. Una campagna acquisti scellerata (non venitemi a dire che è stata una buona campagna acquisti perché è arrivato Vermaeleen), senza capo né coda, salvata dal rientro di Strootman e dall’esplosione di due scommesse dello scorso anno (Perotti ed El Sharawi). Presa a pallate dal Porto e caduta sotto i colpi del centrocampo del Cagliari per la mancanza di un centrocampista di rottura che copra la difesa. Spalletti che rifà, con De Rossi, il giochetto fatto lo scorso anno con Totti (e non mi si venga dire che lo difendeva, quando le prime interviste erano contro il capitano giallorosso) e rischia di spaccare uno spogliatoio nel quale l’allenatore e la società hanno già il loro bel daffare a gestire due mine vaganti come Totti e De Rossi. A questo punto meglio vendere subito De Rossi negli Usa e cercare un sostituto. Spalletti non è un mago e non è nemmeno scarso, ma sta cadendo nella stessa trappola di Mancini: in Italia l’allenatore deve fare l’allenatore, non il manager. Ma se la società latita, ecco che lo spogliatoio si spacca e succede questo. Intanto, per l’ennesimo anno, la terza qualificata del campionato di Serie A non passa ai gironi. Qualcosa vorrà pur dire no ? Spalletti farebbe meglio a parlare meno di cose che non riguardano il campo. E la società farebbe meglio a farlo di più e con più accortezza. Certo, adesso non ci sono lettere da leggere in diretta radiofonica per giustificare un errore (la clausola ridicolmente bassa) e colpevolizzare il giocatore per un incapacità cronica di mantenere i giocatori forti in rosa, dettata anche da stipendi faraonici di giocatori ai margini (vedi Totti fino a ieri e De Rossi ancora oggi). NAPOLI Milik fa due gol e De Laurentiis diventa un genio. A parte che chi ha visto la partita, all’inizio del secondo tempo ha visto un Napoli in piena balìa del Milan. Poi è arrivato l’arbitro e ha rimesso le cose a posto. Ma non mi pare che il Napoli delle prime due giornate sia all’altezza di quello dello scorso anno. E Koulibaly ha fatto vedere cosa può fare un giocatore che chiede di andare via e non viene accontentato. Adesso si parla di Cavani, ma non capisco come farebbe il Napoli a pagargli lo stipendio. A parte altri problemi. Per adesso non vedo nulla di roseo all’orizzonte, se non la capacità di Sarri di far giocare la squadra. Qualsiasi squadra. Ma occorre vedere se Higuain faceva veramente la differenza fra una grande squadra e una buona squadra. MILAN Il Milan è vittima di un disastro societario che parte da lontano. Parte dalla dismissione degli assets voluta dalla famiglia Berlusconi, in preparazione alla successione dei figli al padre padrone Silvio. Dismissione che pare disastrosa in ogni ambito, sia con riferimento all’affare Milan-Cina (ancora oggi non si sa chi compri, perché e se lo farà) che all’affare Premium-Vivendi (pericolosamente simile, con una retromarcia all’ultimo minuto che lascia più di un dubbio sul reale stato degli assets Fininvest). La squadra non c’è, o meglio, non c’è lo squadrone ma una compagine in grado di fare un campionato dignitoso. C’è l’allenatore. Non c’è la società e questo, in una situazione esplosiva come quella milanista e in un campionato come quello italiano, corre il rischio di portare a disastri in divenire. Soprattutto se non ci sarà il closing. JUVENTUS Non c’è il gioco. A centrocampo senza Marchisio, Pjanic, Mandragora e senza nessun nuovo acquisto ma con l’addio di Pogba, la Juve vince le prime due contro Fiorentina e Lazio. E le vince nel peggiore dei modi per gli avversari: giocando male. Le squadre di Allegri iniziano a giocare ed entrano in forma sempre nella seconda metà del campionato, fino Natale si limitano a giocare ma non sono in forma. Non so. Credo manchi un centrocampista, non due come dicono in molti. Credo che Lemina e Asamoah vadano bene, ma serve qualcuno di spessore internazionale in mezzo in assenza di Marchisio e Khedira. Credo che la Juve stia cambiando pelle. In campionato il tempo c’è, ma in Europa. Vedo un Dani Alves che non difende, e Serena che lo fa notare in continuazione. Ma io vedo una difesa che diventa a quattro, con Alves che non torna a fare il quinto. Il mio problema non è quando Alves non torna, il mio problema è quando non salta l’uomo e non crossa. Per il resto ho sentito Serena commentare, per l’ennesima volta, una partita della Juve in modo indegno: ma che sia veramente così incompetente? Il lancio di Dybala a Khedira per lui era sbagliato. E dire che lui a calcio ha giocato e sa perfettamente che solo lanciando ad uscire con quella precisione il pallone sarebbe arrivato a Khedira pronto da calciare tagliando fuori i difensori. Dybala non ha fatto nulla tranne il lancio, dimenticando le due-tre azioni da gol pulite. La Lazio ha giocato alla pari con la Juve. Solo che la Juve, nel primo tempo non ha giocato ed ha avuto almeno due azioni pulite per segnare e nel secondo tempo ha spinto fino al gol e poi ha giocato di rimessa e solo un Higuain fuori forma non ha chiuso la partita prima. In tutto questo manca un centrocampista e si vede. E manca il gioco. Il secondo arriverà col tempo, come lo scorso anno. Il primo speriamo arrivi. Per adesso sprazzi di nuova Juve più incentrata sul gioco offensivo e meno sulle ripartenze da centrocampo. Dybala eccezionale, Benatia ottimo, Dani Alves a tratti irritante, Asamoah troppo tempo fuori, Lemina al di là delle attese, Khedira determinante, Sandro discontinuo, Mandzukic lottatore e Higuain non pervenuto. Tutti gli altri arriveranno con il pipita, ma ancora è troppo presto, come è troppo presto per tutti. Ad agosto il campionato lo vincono solo gli sbruffoni. Ne riparliamo in primavera. Per ora aspettiamo la Champions, dove è vietate sbagliare fin da subito, e Napoli e Juventus devono farsi trovare pronte già fra due settimane. Finalmente a mercato chiuso.