Con le dichiarazioni di poco fa dell'avvocato di Diego Costa, che afferma che il suo assistito giocherà solo nell'Atletico, di fatto si chiude un'altra porta.
Porta che segue l'ennesimo no secco per Aubameyang ieri, quello di quel fine intellettuale di Cairo per Belotti (da sempre) e di fatto no anche per il ripiego per antonomasia Kalinic, che non scalda i cuori nemmeno in questa estate bollente. Se ci aggiungiamo quello di Morata, commosso dal gobbo affetto di Cardiff, così come dai milioni sul conto corrente, le trattative ad un apparente punto senza ritorno cominciano a diventare un po' tante.

Probabilmente la nostra eccelsa dirigenza aveva fatto affidamento sulla parola di Morata qualche mese fa, che continua a commuoversi quando fa l'estratto conto, parola disattesa un minuto dopo la fine della Serie A, probabilmente quella era una trattativa che il grande Mirabelli aveva in cuore di portare a casa e ne è rimasto spiazzato.

L'ottusità ad oltranza su Belotti del presidente del Torino, il muro privo di senso del Dortmund su Aubameyang, le stesse difficoltà senza fine create dai Viola sul tutt'altro che entusiasmante Kalinic, stanno rendendo il capitolo centravanti da oltre 20 gol un po' inquietante.

Normalmente chi ce l'ha, a questo punto o se lo tiene, o lo fa pagare il quadruplo del suo valore.
Continuo comunque a credere ai nostri prodi che hanno messo in tavola una programmazione egregia, e relative rapidità nel chiudere le 10 trattative di quest'anno che mi lasciano dormire sonni tranquilli anche sul centravanti.

Magari, come ho già scritto, il nome è lontano da tutti quelli blaterati fin qua ai 4 venti dalla stampa ed è quel nome che ci riconsegnerà immediatamente all'Olimpo del calcio.