Tra nemmeno un mese inizia il Campionato Europeo di calcio e, per la nostra nazionale, la situazione è tutt'altro che rosea: infortuni pesanti, mancanza di giocatori di particolare talento, scarsa chiarezza di idee. Per un azzurro, quello della Nazionale italiana, che piange, ce n'è un altro, inglese ma a forti tinte italiane, che sorride: il Leicester. Tralasciando tutto ciò che è stato detto e scritto nei fiumi di inchiostro (e di byte) versati per incensare l'impresa della banda di Ranieri, credo sia opinione facilmente condivisibile da chiunque abbia un minimo di cognizione tattica che senza un 4-4-2 opportunamente collaudato il miracolo Leicester, basato in gran parte su quelle che sono le peculiarità tattiche del modulo in questione (squadra corta, raddoppi, pressing, esterni in grado di attaccare la profondità), difficilmente sarebbe esistito. Ricapitolando: alla nostra nazionale serve un miracolo e poiché non possiamo clonare Vardy, Mahrez e Kanté e dar loro la cittadinanza italiana, si potrebbe quantomeno pensare di ispirarsi alla "riscoperta" di un modulo dato troppo presto per morto in nome di una presunta spettacolarità che spesso faceva rima con "tridente", "trequartista", "albero di natale" o "4-2-3-1". Cerchiamo, fondamentalmente, di capire se e come questa nazionale potrebbe essere schierata con un 4-4-2 dalle caratteristiche analoghe a quelle del Leicester (ma anche del Milan di Mihajlovic, che con quel modulo mostrò netti segnali di equilibrio nella parte centrale della stagione). La presenza di Buffon non è ovviamente in discussione né tanto meno legata al modulo. La difesa sarebbe quella della Juve, pressoché in blocco: Conte conosce i suoi uomini e saprebbe anche come schierarli in caso di difesa a quattro, per quanto il terzetto che comprende Barzagli, Bonucci e Chiellini sia diventato ormai un mantra storico per tutti i tifosi bianconeri (oltre che una garanzia di non subire gol). Immaginiamo come centrali l'ex Palermo e l'ex Bari e come esterno di sinistra il livornese, con il pacchetto arretrato completato da Darmian. Florenzi? Non vedo tantissimo il romanista in uno schema del genere, lo preferirei nel suo ruolo tradizionale, quello di esterno destro di centrocampo, poiché se facesse il terzino con questo schieramento sarebbe utilizzato come un difensore puro, compito non nelle sue corde. Il centrocampo, orfano di quelli che sarebbero stati titolari certissimi come Verratti e Marchisio, dovrebbe affidare lo sviluppo delle operazioni a due giocatori in grado di fare entrambe le fasi. Diventa problematico trovare una squadra che giochi con un centrocampo a quattro in linea, nel campionato italiano, così si deve pescare negli interpreti più probabili per un telaio di gioco di questo tipo, dove servono fosforo e polmoni. Diciamo che la coppia meglio assortita dovrebbe essere composta da De Rossi e Parolo, con la possibilità di inserire Jorginho al posto del romanista. Come esterni ci sarebbe fortunatamente un buon margine di scelta: Candreva e Florenzi da una parte, Insigne, El Sharaawy e Bonaventura (comunque da chiamare per la sua duttilità) dall'altra. Tra gli attaccanti c'è poco da scegliere: una prima punta classica e una seconda ad aprirgli gli spazi. Il convento passa pochissimo, ragione per cui non si può prescindere dal chiamare l'unico centravanti puro del nostro calcio, quel Pavoletti che ha sicuramente il killer instinct che tutti gli altri attaccanti nella nostra rosa non hanno. Alla voce seconde punte il piatto piange, anche se la possibilità di inserire il già citato Insigne come attaccante di complemento non sarebbe da sottovalutare. Questa quindi la mia Italia: BUFFON; DARMIAN, BARZAGLI, BONUCCI, CHIELLINI; CANDREVA, DE ROSSI, PAROLO, EL SHARAAWY; PAVOLETTI, INSIGNE. Che ne pensate?