"Sembrava impossibile, ma ce l'abbiamo fatta" probabilmente questa citazione ad un vecchio spot pibblicitario è quanto di più vicino al pensiero di Cristiano Giuntoli ed Aurelio De Laurentiis una volta portato a termine l'affare che ha assicurato al Napoli le prestazioni di Victor James Osimhen almeno fino al 2025. L'hanno voluto e l'hanno ottenuto, ed è stata anche questa caparbietà, assieme a delle buone capacità di contrattazione ed un'ingente quantità di denaro, frutto della gestione economica operata negli ultimi anni dalla società, ad impedire che il tira e molla scaturito da questa trattativa, vedesse una conclusione a tinte lontane da quelle azzurre.
Oggi, finalmente, anche i tifosi possono tirare un sospiro di sollievo, un sospiro che scacci dall'aria quell'odore di delusione che alcuni stavano iniziando ad avvertire, anche perché, se è vero che la storia si ripete, un calciatore africano del Lille, il cui secondo nome è "James", era la perfetta fusione di ironiche coincidenze, la figura più adatta a far tenere a mente ai partenopei, che prima dell'ufficialità non bisogna mai sbilanciarsi.
La prima delle due caratteristiche infatti, rispolvera il ricordo di Nicolas Pépe, lui ivoriano, che l'anno scorso dal Lille sembrava doversi trasferire al Napoli, soprattutto dopo l'incontro tra società ed agenti, quegli agenti che poi iniziarono ad alzare le pretese sulle commissioni, proprio come stava facendo nelle scorse settimane William D'Avila, che ha iniziato a rappresentare Victor James a trattativa già più che avviata, creando qualche scompiglio.
Il secondo nome del nuovo "9" azzurro, invece, ricorda un altro James, precisamente James Rodriguez, che nella scorsa estate, così come Pépe, Ancelotti non è riuscito a vedere in azzurro, e chissà che una delle cause riguardanti le difficoltà tattiche del Napoli nella prima metà di campionato, non sia proprio il mancato arrivo del colombiano, che avrebbe offerto soluzioni e caratteristiche che l'attuale tecnico dell'Everton ha goffamente cercato di riprodurre con giocatori che non ricoprono il suo stesso ruolo.
Osimhen sembra quindi pronto per fare il grande salto, di certo la fame non gli manca, rimasto orfano di madre a 6 anni, ha visto nel calcio tutta la gioia che un'infanzia di povertà passata tra le discariche di Lagos gli ha nascosto, la gavetta tra Germania e Belgio gli ha permesso di arrivare in Ligue 1 a confrontarsi con mostri sacri come Neymar e Mbappé, il francese, per giunta, è l'unico ad aver totalizzato più tiri di lui nello scorso campionato (79 contro 73 secondo infogol).
I napoletani possono quindi abbracciare finalmente il loro nuovo beniamino, che nella propria immagine avvicina le formazioni vulcaniche nigeriane al Vesuvio, il Golfo di Napoli a quello di Guinea, perché oggi Napoli è un po' più nigeriana e la Nigeria è un po' più azzurra.
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