Da tifoso Juventino il gesto di Mourinho non mi ha dato alcun fastidio.
Sono abbastanza d’accordo con Ancellotti, un grande uomo di sport, che ha portato la Juve ad essere due volte seconda, facendo le nozze con i fichi secchi (con rispetto parlando per i giocatori del tempo), tra l’altro meritando lo scudetto, andato alle squadre romane, favorite dagli arbitri e da agevolazioni burocratiche.
Effettivamente mi è sembrato un gesto che nella situazione ci stava, visto il soggetto, come a dire: e adesso che avete perso, come la mettiamo, dopo tutte le vostre esultanze e gli insulti, non gridate più, fatemi sentire?
E’ stato un gesto, neppure tanto maleducato, forse provocatorio, con una certa dose di ironia, come chi sta al gioco e vi partecipa facendo la sua parte che la situazione richiede. Per me è stato addirittura catartico, liberatorio del senso di colpa derivante dalla sconfitta, pagando il giusto tributo al vincitore come adeguata punizione per l’eccessiva presunzione e prematura esultanza per tutta la partita.
Come tifoso, quando andavo a vedere le partite passavo il 90% del tempo a gridare Ju-ve Ju-ve o I-ta-lia I-ta-lia, agitando la mia bandierina e sostenendo la squadra soprattutto quando era in difficoltà. Per il resto esultavo per i goals della mia squadra applaudendo alle belle azioni della stessa, ma senza odio nei confronti dei giocatori o tifosi avversari. Solo qualche insulto anche pesante nei confronti dell’arbitro per le decisioni sfavorevoli. Se questa è la mia idea di concepire il tifo (e comunque vi assicuro che mi divertivo ed entusiasmavo molto sentendomi partecipa come fossi in campo), non ho niente da obiettare a chi concepisce il tifo in maniera diversa, insultando con cori anche grevi, arbitri, avversari e tifosi avversi: ognuno si diverte come vuole purché rispetti la legge!
Però mi sembra giusto che chi fa il gioco duro, accetti il gioco duro dell’avversario, comportandosi da vero uomo. Ed in questa logica non c’era da aspettarsi niente di meno o diverso del gesto di Mourinho e forse anche di qualche parolaccia mormorata tra i denti.
Ciò detto da sportivo però il gesto dell’allenatore portoghese è comunque un gesto di esultanza, e di esultanza intensa, espressa in un modo particolare, e quello che mi lascia perplesso è il fatto che non credo ci fosse niente da esultare dopo che la sua squadra ha subito una lezione di gioco ed è stata dominata per 85’.
Da tifoso capisco il Mourinho tifoso (sia della sua squadra che dell’Inter) da sportivo però quell’esultanza mi lascia perplesso sul Morinho come uomo di sport. Sarebbe stato più coerente andarsene tranquillo negli spogliatoi a godersi quei tre preziosissimi punti quasi caduti dal cielo!
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