24 maggio 2008, il calcolo non è difficile, sono passati ben 10 anni.
La Roma ha vinto il suo ultimo trofeo, ovvero la coppa Italia proprio 10 anni fa battendo per 2-1 l'Inter in una finale che oramai stava diventando consuetudine tra la compagine giallorossa e quella nerazzurra. Da allora sono successe molte cose, e se vediamo ora la Roma, possiamo finalmente ammirare una società ben consolidata nell'ambito finanziario, societario e sportivo. Nell'epoca in cui il fair play finanziario sta facendo vittime in tutta Europa, la società Capitolina è riuscita tramite un'attenta gestione del suo presidente e della dirigenza a costruire delle solide fondamenta, e a non dover incorrere in blocchi parziali o totali di mercato.
Tuttavia in questa fase di crescita ciò che è mancato a questa squadra, è stato invece l'aspetto prettamente calcistico, ovvero le vittorie, da quella finale vinta infatti sono state successivamente giocate 4 finalitutte perse, con l'ultima che è stata la più cocente nel derby contro la Lazio del 2013. Nei 5 anni successivi la Roma è stata scavalcata gerarchicamente nelle contendenti al titolo alla Juve anche dal Napoli, con le milanesi che affannosamente inseguivano dietro. Analizzando il presente appare proprio che i passi che sta facendo la società sembrano non dare continuità alla crescita sportiva, in quanto ci si ritrova spesso a sostituire i pilastri della rosa che passato un periodo di assestamento nel campionato italiano, anzichè essere valorizzati vengono ceduti. La semifinale raggiunta l'anno scorso dopo l'eroica vittoria contro il Barcellona è stata frutto anche di uno di quei pilastri che oggi non troviamo più a Trigoria, ovvero Allison, che con le sue parate ha tenuto in vita la squadra diverse volte, con prestazioni monumentali.
Stesso discorso possiamo fare per le cessioni di Salah e Nainggolan che sono stati al centro del gioco, diventando perni fondamentali della squadra.
Le plusvalenze e le decisioni di mercato hanno sicuramente dato ragione alla società per quanto riguarda gli aspetti manageriali, ma hanno fatto felici i tifosi? Il timore è che le società oramai si stanno trasformando sempre più in aziende, cercando di far quadrare i conti e i bilanci, ma passando le stagioni senza un trofeo alzato, e così Monchi annuncia che se non vince in due-tre anni allora va via.
Sono dichiarazioni coraggiose quelle sue, e vanno sicuramente apprezzate, ma nello stesso tempo appaiono fuori luogo le sue affermazioni in cui dichiara di non voler far la fine di Milan e Inter, in quanto nonostante quello che può dire il direttore sportivo, i trofei alzati dalla Roma negli ultimi anni sono stati "zero".
Quindi che sia tutta una tattica per mantenere calma la tifoseria? Staremo a vedere se i risultati sul campo ci daranno torto, ciò che è sicuro è che la pazienza dei tifosi comincia a vacillare.
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