Sono rimasto piacevolmente sorpreso dalle tranquille dichiarazioni di Paolo Maldini, in calce al secondo deferimento Uefa.
Mi ha rasserenato perché per una volta non c’e’ un pagliaccio che ulula al vento propositi di guerra ridicoli sul nascere, perché il capitano è portavoce di una società solida, perché credo sia verosimile che questa proprietà abbia più armi per scalzare la gabbia del FFP. Sia chiaro il Milan negli ultimi anni ha confezionato obbrobri tecnici ed economici, Leonardo incluso, se vogliamo riconoscere a operazioni come Castillejo , Laxalt o Higuain la stessa origine e una fine molto simile a quelle che portano i cento nomi da Luis Adriano a Bertolacci a Rodriguez ad Andre’ Silva. Oscenità a 360 gradi che attraversano una gestione seria che tenta quantomeno di rimettere in piedi un colosso in agonia, e due non proprietà: una perché non esisteva, l’altra, sul finire boccheggiante del suo mandato, perché è stato come se non esistesse.
Quindi trovo sia un esercizio stucchevole dare più colpe a Yonghong Li piuttosto che a Galliani perché quando due persone sono ai vertici di un’azienda che non riveste in alcun modo i propri interessi e le proprie passioni, il disastro è dietro l’angolo e le conseguenze vengono pagate dalle generazioni successive.
Quindi ancora un Milan di fronte ad un bivio, anzi a mille biforcazioni, all’ennesima porta girevole : ancora una volta chiamato a prendere la strada giusta, a non sbagliare, condizionato comunque da uno o due ricorsi al Tas il cui esito arriverà quando il mercato è in pieno svolgimento e non potrà non esserne condizionato. Ancor una volta non sapendo ad una manciata di giornate dalla fine del campionato se verrà centrato l’obiettivo minimo, consapevoli del fatto che il registro per l’anno prossimo dovrà essere molto diverso dall’attuale : dal tecnico, ai terzini, al centrocampo, agli esterni, alla capacità di offendere, crossare, dribblare, ribaltare l’azione in velocità; tutte cose che mancano da troppi anni, a dispetto di Gattuso, di Montella, di Brocchi.....
La voce rassicurante di Maldini, l’autorevolezza di Leonardo, la proprietà Elliott, Gazidis rappresentano tutti una sicurezza che non esisteva dal Milan dell’ultimo scudetto, ma la scenografia alle spalle del cast e’ la medesima degli anni disastrosi: rischio di non qualificazione in Champions, rischio di esclusione se si arrivasse quarti, un livello tecnico medio sicuramente migliorato con il mercato di riparazione, ma ancora troppo lontano per definire il Milan come una seria candidata allo scudetto o a superare agevolmente i primi ostacoli di Champions.
Non so quali saranno le scelte su così tanti fronti, non sarà comunque facile operare con migliaia di paletti, dubbi, restrizioni ed ancor meno sarà semplice non sbagliare più, perché le prove d’appello sono finite per troppe gestioni a due poco disastrose.
Almeno abbiamo per una volta le voci calme e decise di Maldini e Leo, la solidarietà di Elliott, l’esperienza di Gazidis! Saranno sufficienti a porre fine a questa agonia?
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