Da almeno quattro anni a questa parte, il Milan si sente ripetere una frase che sta diventando tediosa: “è un anno di transizione per il Milan”.
Ora, un anno di transizione non è una brutta cosa. È il momento in cui si rimettono insieme le idee, si crea un progetto di lungo termine, si ripulisce la rosa da giocatori poco funzionali. Il problema nasce quando questo anno di transizione sembra non finire mai.
Purtroppo l’ultimo triennio non ha visto nascere uno straccio di progetto. Idee raffazzonate, strambi personaggi nei seggi che contano e soprattutto allenatori privi di reale potere di decidere della propria rosa di partenza. E purtroppo, quella di Giampaolo sembra essere l’ennesima stagione prova di significato.
Lo si dice sottovoce, eppure in alcuni ambiti si comincia a sospirare un Gattuso mai troppo osannato, se non dalla tifoseria e dalla rosa. Tifoseria e Rosa, due componenti fondamentali in una squadra di calcio: supporter e giocatori.
Quella di Gattuso in effetti pareva essere il vero anno di transizione con tutti i sacri crismi. Per quanto criticate da alcuni e forse troppo semplici, le idee del tecnico calabrese avevano cominciato a essere scultoree e ferme. Undici, massimo dodici giocatori sempre titolari e una filosofia chiara, minimale, semplice da capire.
È vero, alla fine la tensione lo ha portato un po’ a perdersi, l’inesperienzamsi è vista, eppure Gattuso stava crescendo, cosa che doveva fare il Milan. E quando si è in due, solitamente se uno cresce l’altro lo segue a ruota.
Triste dirlo, l’addio di Gattuso pare essere stato mosso da questione più personale che sportive. Le sue dimissioni in effetti sono suonate non poco forzate, il tutto per un Giampaolo dalle ottime prospettive, vero, ma con un non so che difficile da incastrare con questo Milan sempre da rifondare.
Non era forse meglio continuare dunque con l’unico allenatore che ha realmente sfiorato la Champions? Non era forse meglio tenersi uno che il Milan lo ama ed era amato da coloro che contano, ovvero tifosi e giocatori? Non era forse meglio tenersi un Milan brutto, ma solido e in crescita, invece che cambiare tutto un’altra volta?
Adesso non rimane che aspettare e vedere.
Forse Giampaolo farà sempre quello che ha sempre fatto: partire lento, sprintare poi. Ma a certi livelli, la pazienza è sempre troppo poca.
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