Se ci ripenso, ho ancora impresse nella testa le prime immagini dell'accaduto, un mix di paura e confusione che paralizzerebbe chiunque, soprattutto se sta giocando un Europeo ed è la prima partita del girone. Ma quando Christian Eriksen si è accasciato a terra, la situazione è parsa subito grave, anzi gravissima, con un forte timore che il peggio fosse accaduto, cioè che Christian non ci fosse più. E se, per fortuna, il centrocampista è stato dichiarato fuori pericolo (è cosciente e parla), non può passare inosservata la reazione delle due squadre di fronte all'accaduto.
La Danimarca ci ha ricordato che non è solo uno sport, ma è una grande famiglia: la squadra schierata a scudo intorno al corpo svenuto del compagno e amico per evitare che le telecamere andassero a cercarlo è la pura definizione di spirito di squadra, pur nella paura e nelle lacrime, a cui si aggiungono quelle della moglie di Eriksen, visibilmente sconvolta e terrorizzata, ma prontamente rassicurata da un uomo e Capitano esemplare come Simon Kjaer, oltre che dal portiere Kasper Schmeichel.
Lo stesso Kjaer merita una menzione a parte, avendo soccorso il suo amico e compagno prima dell'arrivo dei medici, controllando che non si stesse soffocando con la lingua e eseguendo un primo massaggio cardiaco, che forse, si è rivelato poi essere fondamentale per la sopravvivenza di Christian.
La Finlandia ha subito capito la portata dell'accaduto, con diversi giocatori che sono scoppiati in lacrime, visibilmente destabilizzati dalla vista del corpo inerme dell'avversario in campo. Lodevole anche l'applauso riservato alla formazione danese al rientro in campo delle 18:30, ammirando la tenacia e combattività della squadra rivale, spronata per via telefonica dallo stesso Eriksen, che nel mentre aveva riacquistato coscienza e lucidità.
La sfida è poi terminata uno a zero per i finlandesi con gol di Pohjanpalo all'ora di gioco, con un evidente errore del portiere Schmeichel, a cui ha fatto seguito un rigore sbagliato di Højbjerg, probabilmente dettati dalla confusione mentale che regnava nelle loro menti, ma la loro prova rimane comunque encomiabile i quanto a forza di volontà e combattività.
Questa partita, oltre a segnare la prima storica vittoria della Finlandia in una competizione internazionale, ha ricordato a tutti noi che non si sa mai cosa possa succedere, ma anche che a certe cose bisogna purtroppo saper reagire, e possibilmente, nel miglior modo possibile. Dunque, tak Simon, tak Kasper, meget tak Danmark.
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