Per Samuel Johnson "la vera arte della memoria è l'attenzione", ma si sa che il tifoso vive di emozioni subitanee. Tutto è dimenticato se l'evoluzione della situazione si trasforma in godimento, e forse è giusto così. Chi ama il calcio ama quello sport, chi vive di tifo ama la vittoria e chi la interpreta.
Ricordo che nel momento del pasticcio di Suarez, molti tifosi accusarono di incompetenza Paratici, perché aveva ricoperto lo slot libero di extracomunitario con un americano dello Shalke; un giovane sconosciuto ai più. Ovviamente il nome di Surez faceva più rumore e l'uruguaiano è uno che sa interpretare la vittoria.
Poi l'americano Weston McKennie, dal nome quasi banale, ma già Muhammad Ali ci aveva redarguito: “tutte le religioni hanno nomi diversi, ma tutti contengono le stesse verità", giocò una splendida prima e unica amichevole e i tifosi si innamorarono di lui. Cambia la moglie ma non la squadra per cui tifi, dicono i saggi amanti del calcio! Così quel giocatore che aveva tolto il posto a Suarez, piano piano entrò nelle grazie del tifo bianconero. Tifo che in quanto tifo dimostra umori altalenanti e dopo una partita così così, l'americano finì nuovamente in discussione.
Ma Weston è uno furbo, non discute e soprattutto non si sente arrivato. Con umiltà si mette a disposizione di mister Pirlo e nel derby prima, contro il Barcellona poi, tira fuori prestazioni da incorniciare. La curva di gradimento dei tifosi si impenna e McKennie decide di ribaltare anche il pessimismo di Leopardi: “Tutto è male. Cioè tutto quello che è, è male; che ciascuna cosa esista è un male; ciascuna cosa esiste per fin di male; l'esistenza è un male e ordinata al male; il fine dell'universo è il male: l'ordine e lo stato, le leggi, l'andamento naturale dell'universo non sono altro che male, né diretti ad altro che al male.” Con Weston, il male si trasforma in bene, McKennie, l'Americano col nome da americano, diventa l'equilibratore della squadra. Non se ne può fare a meno.
Ma come Carneade, di memoria manzoniana, Weston è davvero uno sconosciuto? Se prendiamo le statistiche, senza dimenticare i suoi soli 22 anni, è nato il 28 agosto 1998, McKennie ha totalizzato 75 presenze in Bundesliga (la lega tedesca), 4 reti e 4 assist, per 5031 minuti. In Champions 11 presenze, 2 gol (splendido quello contro il Barcellona) e 1 assist. Nella sua carriera ha giocato 58 presenze da centrale di centrocampo, segnando 6 reti e offrendo 6 assist, 20 da mediano con 1 assist, 11 da trequartista, con 1 assist e1 gol, 7 da difensore centrale, 6 da centrocampista di destra, 2 da punta centrale con 1 assist, 2 da terzino destro e 1 da centrocampista di sinistra. Forse un giocatore sconosciuto solo ai tifosi di calcio e meno agli operatori di mercato.
E come dice Jackie Kennedy: “un popolo ha bisogno della sua storia. Ha bisogno di sapere che persone reali hanno davvero vissuto qui.”
Lunga vita bianconera a Weston Mckennie, finalmente un centrocampista che può entrare nella storia.
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