Conoscere il passato per vivere il presente e costruire il futuro. A volte il passato può ritornare per essere vissuto nel presente in maniera diversa da come lo si è vissuto in passato perchè non si è più gli stessi. E inevitabilmente andrà ad influenzare e cambiare il futuro. Il passato ritorna tutte le volte che c'è un qualcosa di incompiuto, qualcosa che deve essere risolto o completato. Il passato è strettamente collegato al futuro con una linea invisibile che tiene tutto unito.

Il ritorno di Massimiliano Allegri al Milan è una delle possibilità che stanno man mano prendendo quota per il dopo Gattuso. Se fosse un film, il titolo del ritorno di Allegri al Milan potrebbe essere Bis ritorno al passato, una commedia francese del 2015 con Franck Dubosc e Kad Merad, oppure Back to the future, trilogia statunitense fantascientifica con Michael J.Fox e Christopher Lloyd tra i protagonisti. Non è una delle ipotesi più calde per la panchina del Milan, ma è uno dei nomi che girano maggiormente insieme a Pochettino, Emery e Gasperini.

Allegri è già stato allenatore del Milan. Il Milan è stata la prima top squadra ad essere allenata dal tecnico livornese che gli diede fiducia dopo l'esonero di Cagliari. Il 27 giugno del 2010 il Milan annunciò il suo ingaggio. Al suo primo anno di Milan vince lo scudetto. Galliani lo presentò come un milanista seguendo il suo diktat il "Milan ai milanisti" imposto dall'allora amministratore delegato e vice-presidente rossonero poiché, anche se non ha mai giocato con il Milan partite ufficiali, partecipò in prestito ad un torneo estivo di amichevoli con la maglia del Milan. Allegri è susseguito al Milan dopo la lunga esperienza di Ancelotti al Milan, iniziata il 5 novembre del 2001, subentrato all'esonerato Fatih Terim, e conclusa nel 2008/2009. Con lui in panchina il Milan ha vinto 1 campionato, 1 coppa italia, 1 supercoppa italiana, 2 champions league, 2 supercoppe europee e un mondiale per club. L'anno dopo, nel 2009/2010 il Milan viene allenato da Leonardo, che in precedenza era stato assistente di Adriano Galliani e che poi diventerà direttore generale dell'area tecnico sportiva del Milan. E nel 2010/2011 la guida tecnica del Milan viene affidato al tecnico livornese. Con lui non solo vince lo scudetto al suo primo anno, ma il 6 agosto del 2011 a Pechino il Milan, con Allegri in panchina vince la supercoppa italiana contro l'Inter battendo i cugini nerazzurri per 2 a 1. In quel Milan c'erano elementi come Thiago Silva, Nesta, Gattuso,Van Bommel, Pirlo, Ibrahimovic, Kevin Prince Boateng, Cassano, Robinho e Pato tra gli altri. L'anno dopo arriva secondo, e mi riferisco alla stagione 2011/2012 e porta il Milan fino ai quarti di Champions.

La stagione 2012/2013 il Milan cede molti elementi per esigenze di bilancio tra cui Thiago Silva e Ibra al Psg, c'è lo scambio Cassano-Pazzini con l'Inter e Pirlo viene lasciato, erroneamente a mio modo di vedere, andare a parametro zero alla Juventus. E' un Milan ridimensionato ma che grazie  ad un grande El Shaarawy, autore solo in campionato di 16 gol su 37 presenze, raggiunge nonostante tutto la terza posizione in campionato.

L'annata dopo è un disastro. Milan ancora più indebolito e a seguito della sconfitta avvenuta contro il Sassuolo per 3 a 4, Allegri, che una settimana prima vincendo contro l'Atalanta aveva raggiunto le 100 panchine in Serie A, viene sollevato dall'incarico. Nel luglio del 2014 inizierà la sua carriera da coach nella Juventus.

Allegri divide. C'è chi lo rivorrebbe sulla panchina del Milan e chi no. Ad Allegri viene contestato spesso il fatto di non praticare un bel calcio. Lui ha sempre detto che è molto pratico, concreto, non sta a guardare al bel gioco e chi si vuole divertire deve andare al circo. Il bel gioco è una ossessione di molti tifosi. Chi scrive è un esteta del calcio, quindi apprezzo il bel gioco, ma amo anche essere concreto e reale. Spesso il bel gioco non coincide con le vittorie. Zeman o Galeone hanno sempre proposto un calcio spettacolare, ma non hanno vinto nulla nella loro carriera, perlomeno nelle massime serie. E poi il bel gioco non lo si trasporta da una realtà ad un'altra in poco tempo. Applicare e fare un bel gioco richiede memorizzare determinati movimenti, sincronicità, schemi, modo di giocare la palla, di muoversi, interpretazione specifica di un modulo e quant'altro. Bisogna memorizzare il tutto, non è semplice e ribadisco, il bel gioco non è sinonimo di vittoria. Negli ultimi anni possiamo annoverare ad alti livelli il Milan di Sacchi e del trio olandese Rijkaaard, Gullit e Van Basten e il Barcellona di Guardiola e Messi e il suo inconfondibile tiki taka, ma sono casi rari. Non è consuetudine vincere ad alti livelli e produrre al tempo stesso un calcio spettacolare.

Allegri è uno concreto, pratico. A volte eccede nella polemica e sembrare peccare di umiltà nei momenti di nervosismo ma non penso sia così. Gli va riconosciuto il fatto di aver raggiunto due finali di champions e con la Juventus di aver vinto 5 scudetti, 2 supercoppe italiane e 4 coppe italia. Il suo gioco può migliorare. Il giro palla sembra un pò lento, ma visti i risultati il gioco di Allegri è anche molto efficace. Per alcune cose ricorda Conte, anche per la scelta di profili italiani non particolarmente di spessore, come De Sciglio, che si è portato alla Juventus dal Milan.

Viene da una gavetta lunga e importante. Aglianese, Spal, Grosseto, Sassuolo tra C2 e C1, e poi le esperienze in A tra Cagliari, Milan e Juventus. Dal 2010/2011 che ormai allena ad alti livelli. Sa gestire bene il gruppo, anche con tanti top player. Ha allenato davvero tanti top player, da Ibrahimovic a Cristiano Ronaldo e come affermato da lui, un allenatore è anche uno psicologo. Sa motivare la squadra. Certo, non ci si diverte molto a vedere le sue squadre, ma ormai è un top coach a tutti gli effetti. Al Milan ha vissuto due fasi, una con una squadra di alto livelli con campioni come Ibra, Nesta, Gattuso, Pirlo e Robinho, e un altra dove ha dovuto fare di necessità virtù valorizzando elementi come El Shaarawy.  Era un altro Milan, quello della fase finale dell'epopea Berlusconi. Questo Milan è diverso. Ha una nuova proprietà e un modo diverso di gestire la vita societaria. Tuttavia Allegri ha molta più esperienza rispetto alla sua prima avventura al Milan e questo può fare la differenza.

E' un nuovo Allegri, con molta più esperienza, e questo è un nuovo Milan, fresco, giovane, intrapendente, che ha bisogno di gente di esperienza. Le due cose sembrano fatte apposta. Le minestre riscaldate spesso non funzionano, ma qui il caso è diverso. Allegri non è più quello di prima, ora ha fatto davvero passi da gigante nella sua carriera, ed è molto più maturo. Il Milan non è più quello di Berlusconi.  E' un altro Milan. Allegri è cambiato. Il Milan è cambiato. Il futuro è diverso dal passato, ma arriva da lì. Allegri e il Milan possono ritrovarsi cambiati e quindi può essere un incastro perfetto come un Max déjà vu. Ritorno... al futuro. Un nuovo Allegri per un nuovo Milan.