Il titolo di queste mie brevi note prende spunto da quanto appena scritto in un commento all'amico Massimo, autore come di consueto di un ottimo articolo su questo blog dedicato all'attuale allenatore della Juventus, che mi permetto di riassumere in "Maurizio Sarri ieri, oggi e domani", nel senso di ieri acclamato come l'illuminatore del gioco bianconero dopo l'oscurantismo del suo predecessore, oggi bacchettato come non ancora in grado di fare lustrare gli occhi agli spettatori, domani chi lo sa (Massimo, spero di non aver travisato il senso del tuo pensiero!). Standomi molto a cuore, in virtù della mia indomita battaglia pro-Allegri, mi accodo a questa annosa querelle (perché solo di ciò in fin dei conti si tratta), che allo stato attuale della situazione in essere mi porta ad affermare con un pizzico di malcelato sarcasmo: Grazie Maurizio!
Grazie perché quanto da te fatto in questi primi 6 mesi alla guida della compagnine bianconera conferma la bontà e la correttezza dell'operato del mio beniamino e che le sue furiose arringhe (seppure a volte espresse confusamente a causa della stanchezza e di una comprensibile frustrazione) contenevano di fondo una grande verità: una cosa è la teoria, un'altra la pratica e quando DEVI vincere - come nel caso di specie - sei necessariamente costretto a mettere da parte fantasie sofistiche ed estetiche e affidarti alle armi che hai a disposizione per raggiungere il risultato: i colpi dei campioni, le giocate a prescindere dal gioco, le invenzoni improvvise e fulminee dei nostri fuoriclasse.
Quest'anno la Juventus sta vincendo come sempre e personalmente - al contrario di molti - nonostante spesso subiamo il ritorno degli avversari - non ho mai la sensazione che quella partita ci sfuggirà di mano, conscia del fatto che basterà una grande azione per risolverla a nostro favore. Succedeva con Max Allegri in panchina e si sta ripetendo con Sarri. Certo, qualche differenza nel gioco espresso dalle squadre guidate dai due allenatori c'è: quella attuale pratica un pressing molto alto, ma è lenta ad indietreggiare in fase di non possesso, così lasciando pericolosamente sguarnita la retroguardia. La difesa a zona poi, presta spesso il fianco a pericolosissime palle gol avversarie (ho l'incubo dell'agressione del nostro secondo palo...). Quella di Allegri era una squadra sorniona, compatta, attenta, spesso letale. Questa è stabilmente schierata con un 4-3-1-2, che al massimo si trasforma in 4-3-3, quella del livornese aveva una, nessuna, centomila facce. I cambi di Sarri sono prestabiliti e quasi mai sorprendenti, quelli di Acciuga a volte sin troppo...
Quindi, al di là di preferenze personali (delle quali a nessuno secondo me è dato sindacare), mi sembra obiettivamente che per il momento proprio l'antitetico Maurizio Sarri stia nobilitando l'operato di Max Allegri. Con buona pace dei criticoni dell'uno e dell'altro!
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