La storia non è nota. Di più. Spalletti e l'Inter stanno consumando un lungo, lento e inesorabile divorzio che li porterà a separarsi a fine stagione (?) a meno di clamorosi ribaltoni. L'impressione è che con l'arrivo di Marotta certi equilibri si siano spezzati: colpa delle negligenze di Ausilio & co. o dello "stakanovista" ex Juve? Chissà, di sicuro, il nuovo direttore dell'area sportiva nerazzurra ha commesso -a mio avviso- qualche errore, perlomeno nella comunicazione.
ICARDI, PERISIC E CONTE- Subito dopo il suo insediamento ha dovuto vedersela con il non caso Icardi, con la moglie procuratrice che ha lanciato -come ogni anno- nubi sul futuro del marito capitano dell'Inter, salvo poi confermare che fondamentalmente il rinnovo di Icardi si farà, con buona pace di tutti. Ma i veri problemi sono iniziati a fine gennaio: dapprima Perisic chiede di andare, dopo Conte viene "beccato" a passeggio sotto la sede dell'Inter. Alla vigilia della sfida con il Torino, Marotta ai giornalisti conferma quelle che erano voci uscite da qualche giorno: "Perisic ha chiesto la cessione", con chiosa finale sul "Vogliamo valorizzare il giocatore", in pratica conferma in toto la tesi giornalistica del "Perisic ha chiesto la cessione ma l'Inter vuole l'offerta giusta o non lo lascia partire". Una frase, detta solitamente quando le trattative sono già ben avviate, con le parole derubricate a "strategia" per convincere il club contraente ad accontentare le richieste. E invece no, per Perisic, si scoprirà non c'è nessuna trattativa avanzata, e seppur volesse esserci non ci sono più i tempi tecnici per metterla in piedi e così Perisic si ritroverà a fare 6 mesi di convivenza forzata con colori che sente non suoi e con i tifosi che caricati dalle parole di Marotta non gli perdoneranno la voglia seppur "Correttamente manifestata" di abbandonare la nave: altro che valorizzazione, il giocatore è stato perso e l'Inter non solo non ha incassato nulla ma dovrà continuare a corrispondergli lo stipendio. Ma le gaffes, inusuali per uno come Marotta abituato allo stile-Juve, non sono finite e così, prima della sfida di Coppa Italia viene avvistato sotto la sede dell'Inter Antonio Conte che si trincera dietro un "no comment" che sa di smentita di facciata. Marotta ha delegittimato l'allenatore prima di un match importante e di fatto gli ha affidato il "gravoso" compito di recuperare Perisic.
Spalletti, che errori dal canto suo ne ha commesso già più d'uno, si è già ritrovato a gestire casi difficili: ha recuperato Brozovic, ha rimesso in sesto Joao Mario e resiste (stoico) ai colpi di testa del "suo" colpo Nainggolan. L'impressione è che Marotta abbia dichiarato guerra al tecnico, sprecando un'altra stagione e vanificando il lavoro di due anni che ha riportato l'Inter a "riveder le stelle". Cambiare allenatore, corso, gestione, giocatori, può starci, ma il tutto andrebbe fatto con lo stile, consono a un personaggio dallo stile di Marotta.
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