Prima o poi si doveva ripartire o per lo meno dare un nome e un volto all’unica panchina Nazionale vacante da quel nefasto novembre 2017, quel novembre che tutti gli sportivi vogliono dimenticare.
La lunghissima pausa di riflessione per decidere il nuovo commissario tecnico della Nazionale maggiore ha ricordato, in modo romantico, quando un grande campione si ritira dal calcio giocato e per rispetto l’anno successivo non viene dato a nessuno il suo numero di maglia. La 10 di Del Piero, di Totti, di Maradona ecc. ecc…
La panchina della Nazionale aveva perso il suo sex appeal, sedotta e abbandonata da Conte, snobbata da Capello e Ancelotti, desiderata da Di Biagio e interessata, ma senza mai dichiararsi da Ranieri.
Solo un romantico proveniente dalla fredda Russia ha sempre risposto presente ad un eventuale chiamata della FIGC, dato che nessuno ha “accontentato”, riempiamo di zucchero il cucchiaio per ingerire meglio la pillola, le richieste della federazione, la stessa ha arruolato l’unico candidato, degno di questo nome e prestigio, realmente in corsa.
Roberto Mancini verrà ufficializzato presto, a lui spetterà l’ingrato compito di ricostruire non solo una nazionale calcisticamente parlando, ma anche una passione e una voglia di vincere che Giampiero Ventura ha distrutto.
Il futuro del nostro calcio è già in campo, in Serie A, che vi possano piacere o no per le loro squadre di militanza in campionato l’Italia ha una formazione degna di un Mondiale di calcio.
Perin, Donnarumma, Caldara, Rugani, Romagnoli, De Sciglio, Barreca, Florenzi, Benassi, Baselli, Bernardeschi, Chiesa, Cristante, Mandragora, Pellegrini, Barella, Murgia, Petagna, Politano, Berardi, Belotti e sì, ci metto pure Lasagna che ha segnato quanto Balotelli in due anni di Nizza in Francia, sono la colonna portante di una rosa azzurra che darà tante soddisfazioni.
Mancini avrà molto da lavorare, certamente le sue vittorie su tutte le panchine su cui si è seduto parlano per lui, ma Roberto non deve conquistare i suoi giocatori, loro la nazionale devono conquistarla a suon di ottime prestazioni nei loro club, il nuovo mister dovrà conquistare gli italiani, pure i più scettici con l’Italia che verrà e perché un Ventura-Tavecchio bis non accada mai più, facendoci capire che è stato solo un’avventura.
Buon lavoro Mancio.
Il Parlafus
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