L’espressione uovo di Colombo viene utilizzata per indicare una soluzione inaspettatamente semplice da usare in un problema ritenuto insormontabile. Questo ci permette di capire ancora meglio la situazione che si è venuta a creare dopo le prime notizie riguardo l’indisponibilità di Ibrahimovic. Positivo al coronavirus dopo che il tampone del giorno prima risultava negativo, scegliere di sostituirlo con il giovane venuto dalla Primavera, vista anche l’assenza di Rebic (ancora squalificato) e Leao (non ancora disponibile) è stata la miglior risposta alle preoccupazioni per la gara secca contro il Bode Glimt.
Nel Milan che supera con qualche difficoltà di troppo i norvegesi, la notizia più bella della serata è l'ennesimo giocatore della “cantera” che viene lanciato nella formazione titolare. In una squadra che deve fare attenzione al bilancio nel rispetto di regole ferree, per non incappare nella lente d'ingrandimento dell'Uefa, avere giovani da lanciare e valorizzare aiuta e permette di guardare al futuro da una prospettiva migliore.

Il settore giovanile del Milan è sempre in fermento e tanti sono stati e ancora tanti altri sono i ragazzi che potrebbero ritrovarsi in prima squadra in un futuro prossimo.
Gli esempi più recenti riguardano Donnarumma, Calabria, Locatelli, Cutrone, Gabbia. Attualmente è toccato a Colombo e a Maldini. Ma da tenere sottocchio anche i vari Pobega (con un’esperienza a Pordenone e un ennesimo prestito stavolta in serie A) Sala e Brescianini (ceduti rispettivamente a Cesena ed Entella).
E si guarda anche alla Primavera neo promossa in A e ai vari Bosisio, Stanga, Di Gesù per citarne alcuni.
Tornando a Colombo, sostituire lo svedese non è cosa facile sia per carisma che per tecnica, ma il ragazzo non ha per niente demeritato, anzi si è reso protagonista anche di un gol che lo porta ad essere il primo millenial del Milan a segnare in gare ufficiali.
Già nel precampionato Colombo aveva fatto intravede qualcosa d'interessante e ieri è stato un punto di riferimento per i compagni sia per la sua fisicità, sia per gli spazi che crea nell'aria di rigore. Maldini, che comunque riveste una posizione in campo diversa, ha trovato più difficoltà del ragazzo di Vimercate, nonostante l’impegno. Soprattutto perché in quella fase i norvegesi impensierivano un Milan molle nelle gambe e poco lucido nel gestire meglio il pallone.
Tutti parlano bene del giovane Lorenzo, i complimenti si sprecano e qualcuno sostiene che siamo solo all’inizio, perché anche in futuro sentiremo parlare di lui. La cosa più importante è di non caricare di troppe responsabilità questo ragazzo, che come tutti i giovani della sua età ha anche il diritto di sbagliare e di capire che c’è sempre qualcosa da dimostrare, in campo e fuori.
Ma lui è abbastanza carico e conscio della strada che deve percorrere. In questo momento non si vede con una maglia diversa da quella del Milan. Una società diversa potrebbe dargli la possibilità di giocare qualche partita in più, ma lui ritiene il Milan la sua casa. Quella dove è cresciuto. E a Milanello nessuno ha pensato di privarsi di Colombo, insignito del ruolo di vice Ibra.
Il ragazzo vuole giocarsi, almeno quest'anno, le sue carte in rossonero, sapendo che la vicinanza di alcuni campioni potrebbe essergli utile per apprendere meglio l'arte dell'attaccante. E oltre ad Ibra ci sono anche Rebic e Leao, ieri assenti, ma che completano le possibili scelte in attacco di Mister Pioli.
Colombo, insieme a Calhanoglu, è stato determinante per la vittoria finale, anche se l'inizio andava alla ricerca di una posizione in campo che gli permettesse di esprimersi al meglio. Il Turco, invece, ha preso per mano la squadra, soprattutto nei momenti di difficoltà visto che si è trovata all'improvviso sotto di un gol ed è stato l’autore di un pregevole assist per il compagno.
Nella gara, oltre al già citato Colombo, protagonista è stato il solito Donnarumma, ormai leader indiscusso, capace di salvare il risultato in diverse occasioni. Il portiere rossonero si è distinto in alcuni interventi e le sue prestazioni sono oramai garanzia di sicurezza.

Parlando di giovani, un discorso a parte va fatto per Maldini e Gabbia. Il primo ottiene una sufficienza, ma si ritrova in un momento complicato della partita dove il Bode ha più benzina del Milan che, come accennato in precedenza, non riesce a tenere palla per gestire l'incontro e si ritrova in sofferenza fino all'ultimo.
Il secondo (Gabbia) ormai titolare per via dell'assenza di Romagnoli e alla mancanza di alternative, non è esente da colpe nel vantaggio norvegese, e solo due chiusure importanti fan sì che la sua valutazione non è da peggiore in campo. Il Milan sa che deve muoversi sul mercato per cercare un giocatore che colmi le lacune in questo settore, e possa anche dare più sicurezze dello stesso Gabbia. Se ci fossero state le giuste condizioni, un prestito non sarebbe stato male, lo avrebbe aiutato a maturare maggiormente, ma il Milan sembrerebbe intenzionato a tenerlo, soprattutto in questa fase dove i giocatori, per via di situazioni varie, sono contati.
Ma la chiusa è tutta per Colombo. Oggi i titoloni nei giornali e nei siti internet hanno scandito il day after, ed è anche giusto così. Ma è anche giusto che il ragazzo cresca dandogli tutto il tempo che necessita. Soprattutto per evitare situazioni già vissute in passato. Prendiamo l’esempio di Cutrone ed il suo esordio in rossonero.
Il ragazzo cresciuto nel settore giovanile del Milan ha esordito in prima squadra nel 2017. Paragonato a Pippo Inzaghi per il suo istinto del gol, venne considerato uno dei migliori giovani della sua generazione. E’ entrato subito nel cuore dei tifosi, che vedevano in lui un attaccante grintoso e attaccato alla maglia e lui stesso si sentivo in sintonia coi tifosi.
Il Milan per Cutrone era una maglia tatuata sulla pelle. Amico di Locatelli, cresciuto anch’egli nel settore giovanile, faceva parte di quella fucina di giocatori da inserire in pianta stabile in prima squadra.
L’arrivo del polacco Piatek però lo relega in panchina ed il Milan decide nel 2019 di privarsene, accettando l’offerta del Wolverhampton che offre ai rossoneri 18 milioni più bonus, che garantiscono oltretutto una buonissima plusvalenza per le casse di via Aldo Rossi.
Il Milan prese al balzo l’occasione e cedette il ragazzo senza rimpianti. Qualcuno giudicò affrettato la scelta dei rossoneri, ma fino ad ora il tempo sta dando ragione. Dopo solo una breve parentesi in Inghilterra, Patrick torna in Italia, precisamente alla Fiorentina, ed è ancora alla ricerca della definitiva consacrazione.
Cutrone quindi come Paloschi e Petagna che, quando erano al Milan, dovevano rappresentare il futuro. La storia di Paloschi si avvicina un po' a quella di Cutrone. Tutti e due tifosi rossoneri, con il Milan nel cuore, cresciuti nel vivaio, ma ceduti dopo un’attenta valutazione da parte dei vertici rossoneri.
Nel racconto tralascio la storia di Locatelli, sia per il ruolo completamente diverso, sia perché ritengo sia stato un errore cederlo ad una cifra irrisoria, senza la possibilità di riportare il ragazzo alla base ed aspettare la sua crescita definitiva.

Ma la storia di Colombo non può e non deve essere la fotocopia degli esempi appena citati. Il punto di partenza è avere la testa sulle spalle ed il ragazzo in questa fase è consapevole che ha tanto da imparare. In più, ci sono due aspetti da non sottovalutare. Il primo è di natura tecnica. Mentre Cutrone si ritrovava in un Milan che aveva grosse difficoltà davanti per la “crisi” di Higuain e di tutti coloro che hanno ricoperto quel ruolo, attualmente Colombo si ritrova in un reparto che ha varie soluzioni. La seconda è di natura economica. Il Milan non ha la necessità di cedere i suoi giovani, per fare plusvalenze, come accaduto con Locatelli, anzi li blinda proponendo un allungamento del contratto per fargli crescere in casa o in società che li facciano giocare.
Ieri per Colombo c’è stato un primo assaggio e, viste le tante assenze, è stato una panacea per il Milan.
La prima volta è stato bello, le volte successive potrebbe essere più complicato, ma le doti e la voglia ci sono e su quelle bisogna lavorare.
I giudizi e le premesse in questa fase sono tutti positivi, sta al ragazzo continuare a scrivere le pagine della sua storia calcistica.
Colombo lo sa, ed è per questo che gli auguriamo di spiccare il volo con la maglia del Milan.