Un signore, verrà ricordato così. Elegante, calmo, forse anche troppo, per alcuni. C'è chi dice che sia stata la squadra ad andargli contro e che la società altro non ha fatto che prendere atto di una situazione oramai ingestibile. La partita contro l'Empoli è stata il suo amen con l'Udinese.  L'amen per Gotti al Friuli. Era partita a tutto sprint l'Udinese, trovandosi in classifica nelle prime posizioni ad inizio anno, per poi precipitare e ritornare in quella che è la sua dimensione di questi ultimi anni.
Lottare per salvarsi, puntare ai trent'anni consecutivi in SerieA, senza alcuna ambizione europea, ad oggi improponibile ad Udine, pur essendo una piazza che l'Europa League la meriterebbe, eccome. Una società che continua a puntare sul mercato straniero, una rosa dal valore di 103 milioni di euro che si porrebbe al quindicesimo posto in classifica, che ha l' età alta, 28 anni, con la bellezza dell'80% di giocatori stranieri, cioè 21 su 26 giocatori, di cui tre italiani sono solo i portieri, sarebbe al terzo posto in serie A in questa classifica.

Molti si interrogano se piazze come quelle di Udine non riescono a valorizzare i propri vivai, i giovani friulani od italiani, che senso avrebbe continuare ad avere una squadra  in Serie A che potrebbe competere in qualsiasi campionato straniero? Ma questo è un problema diffuso, si dovrebbe arrivare ad avere le quote per gli italiani nelle rose, per un semplice fatto, per valorizzare i giovani dei nostri territori, sbloccare le porte d'accesso al calcio ai giovani del nostro Paese, anche perchè poi è inutile lamentarsi se la Nazionale è quella che è. Si stanno sbarrando le porte ai giocatori italiani per continuare a rincorrere una logica di mercato che non produce frutti sempre digeribili. E l'Udinese ne è espressione di ciò.
Bisogna riconoscere che la società ha mantenuto l'Udinese in Serie A, ha rinnovato lo stadio, di sacrifici ne ha fatti, che questa è l'attuale dimensione dell'Udinese, una società che ha appena festeggiato 125 anni di storia, ma sotto i fischi del Friuli, dopo la partita contro il Genoa. Fischi. E questi fischi sono arrivati alla società, e questi fischi hanno visto in Gotti il capro espiatorio, solito, di un sistema che pare più cercare di capire come fare per sopravvivere che altro. La squadra è quella che è, non si possono pretendere miracoli, punta alla salvezza, da diversi anni questo è l'obiettivo primario di Udine. In 83 partite di campionato ha collezionato solo 23 vittorie, ben 25 pareggi e 35 sconfitte. 

Questo il curriculum dei risultati di Gotti. Ma salvando l'Udinese. Dopo due anni, nel calcio attraversato dalla pandemia, viene esonerato. C'è già chi lo invita a rimanere dalle parti di Udine, per un suo eventuale richiamo in primavera. Da secondo allenatore, a primo allenatore, a pochi è toccato di vivere una situazione così, bella, emozionante, ma come tutte le emozioni, finiscono e si concludono con un paio di righe formali: Udinese Calcio comunica di aver sollevato Luca Gotti dalla guida tecnica della prima squadra. Al mister vanno i più sentiti ringraziamenti per le annate vissute insieme. Il Club augura a Gotti le migliori fortune professionali per il prosieguo della sua carriera.