L'estate 2012 può considerarsi quella del "mercatus horribilis" del Milan.

grandi vecchi Nesta, Seedorf e Gattuso dicevano addio al Diavolo, l'anno prima non trovando un accordo per il rinnovo contrattuale si era svincolato Andrea Pirlo, e per esigenze di bilancio venivano ceduti Ibrahimovic e Thiago Silva.

Berlusconi, ormai avanti con gli anni,in declino politico, alle prese con un costoso divorzio e pressato dai figli maggiori, che vedevano nel Milan un giocattolo costoso che sottraeva risorse al core business di famiglia, aveva deciso che bisognava ridimensionare, che il tempo delle grandi spese era finito.

Ma come far accettare il ridimensionamento ad una tifoseria esigente come quella rossonera? Silvio da politico esperto e navigato qual'era si inventò allora il progetto di un "Milan giovane e italiano", pochi stranieri, possibilmente low cost, tanti giocatori nostrani e grande attenzione al settore giovanile in modo da produrre in casa i campioni che era diventato difficile acquistare sul mercato.

Anche gli allenatori sarebbero stati fatti in casa, o quasi, ed infatti salvo Allegri, esonerato nel gennaio 2014, Mihajlovic e Montella, scelti quando ormai si erano avviate le procedure per la cessione societaria, si succederanno sulla panchina rossonera Seedorf, cacciato per contrasti con gli italiani della squadra e probabilmente per mancata condivisione del progetto del patron, Inzaghi Brocchi.

La tifoseria si divise ma in gran parte senza sconfessare apertamente Berlusconi, almeno fino al 2016 quando molti esultarono per la firma del preliminare di vendita ai cinesi, il più delle volte accogliendo con favore gli acquisti italici e gli allenatori "fatti in casa",in genere ex giocatori del Milan, ed al più contestando il singolo giocatore ritenuto non all'altezza o lamentandosi dell'operato di Adriano Galliani.

Per onestà e dovere di cronaca bisogna dire che neanche molti degli acquisti stranieri sono stati di qualità contribuendo alla creazione di una rosa modesta.

Tuttavia anche acquisti esteri buoni o comunque dignitosi non sono entrati nei cuori dei tifosi, vedi Carlos Bacca, ok attaccante forse di livello non top ma autore di ben 20 centri nella prima stagione milanista e di 14 nella seconda, al quale tuttavia la piazza preferiva giocatori italiani come il redivivo Balotelli, tornato in prestito dal Liverpool nella stagione 2015/2016, o Gianluca Lapadula, che attualmente gioca senza incantare al Genoa. 

Anche la stampa invece di sottolineare il forte ridimensionamento di una squadra passata dall'essere una delle protagoniste della Champions League a dover lottare per l'ultimo posto utile per accedere ai preliminari di Europa League lodava la scelta di puntare di sugli italiani.

Arrivati finalmente, nell'aprile 2017, al sospirato closing con i cinesi di Li Yonghong le cose sembrano cambiare ma non del tutto.

Nonostante Vincenzo Montella non abbia la completa fiducia della nuova  Società lo scarso gradimento dei tifosi nei confronti dell'ex interista Roberto Mancini e la diffidenza della piazza verso allenatori stranieri portano alla conferma del tecnico campano, col risultato di partire con un allenatore già di fatto sfiduciato e di fatto completamente bruciato già a novembre.

Esonerato a furor di popolo la scelta del successore sarà la più berlusconiana possibile ovvero il tecnico della primavera ed ex gloria rossonera Rino Gattuso, scelta accolta con favore da gran parte della tifoseria.

Anche sul mercato la "rivoluzione cinese" sarà alquanto parziale con gran parte degli italiani dell'epoca berlusconiana ancora in rosa ed un unico acquisto veramente in controtendenza ovvero l'attaccante portoghese Andrè Silva, di scuderia Mendes, super agente alquanto ostracizzato da Berlusconi.

Detto acquisto sarà il più criticato da una parte di stampa e tifosi, complici alcune oggettive difficoltà del ragazzo, che paiono rimpiangere il mancato acquisto in sua vece del  "Gallo Belotti", seppur nullo in Nazionale e dopo l'exploit autore di una stagione successiva decisamente anonima al Torino.

Ed infine veniamo ai giorni nostri.

Sul mercato targato Elliott e gestito dal duo Leonardo-Maldini si è già abbondantemente parlato.

Il difficile inizio di campionato pare abbia reso più instabile la panchina di Gattuso e sebbene da Via Aldo Rossi per ora non filtri niente in tal senso, senza concreti segnali di ripresa già dalla partita di oggi contro il Sassuolo, un cambio in panchina potrebbe diventare un'ipotesi concreta.

Fra i nomi "caldi" per la sostituzione di Gattuso circola persino quello di Roberto Donadoni, altro grande ex ma che non ha fatto grandi cose neanche in piazze cosiddette "di provincia" mentre non vengono prese in grande considerazione ipotesi  straniere.

Io spero a questo punto che il Sig. Gordon Singer prenda in mano le redini della situazione e faccia capire al popolo rossonero che il vero male del Milan di questi anni e' stato lo sciovinismo e che non sempre, anzi ultimamente quasi maiitalianità fa rima con qualità.