Stimato Mister Pioli,
ho pensato di scriverLe questa lettera aperta già da alcuni mesi; mi sono accorto infatti che - sebbene la Sua persona mi avesse sempre trasmesso sensazioni positive - io, al pari della maggior parte della critica, l'abbiamo purtroppo sottostimata.
Lei, come allenatore, ben conosce le italiche consuetudini sportive: chi non vince è un perdente ed è inutile che io faccia qualche nome tra gli allenatori che ora vanno per la maggiore, ma che ebbero bisogno di tempo per cominciare a esibire trofei.
Non si sorprenderà quindi se, plagiato dai luoghi comuni, sono rimasto freddo all'idea che Lei subentrasse al sig. Giampaolo, considerandola una soluzione non confacente a un club del livello del Milan, o per meglio dire, dei trascorsi del club meneghino.
Oggi devo chiedere venia di quello strampalato e gratuito pregiudizio, che ha trovato smentite in tutto ciò che contraddistingue un grande allenatore, da un mediocre.
Con la sua serietà e con le sue capacità tecniche, con la sua onestà professionale e intellettuale, con la sua calma e disponibilità, con la sua gestione dei calciatori e capacità tecnica, Lei ha con metodi eleganti, ma intransigenti, cambiato il volto di una squadra, che mi fa male ammetterlo, era destinata alla mediocrità.
Oggi il Milan mi affascina, perchè non ne conosco i limiti; mi sembrava che calciatori come Saelemekers e Castillejo fossero colossali fregature, che Rebic fosse più scarso dei tanti attaccanti che lo hanno preceduto, che Chanalogu fosse un bluff, che kessie avesse sbagliato sport e Bennacer sbagliato stadio.
Vedevo la nostra difesa non limitarsi a prendere gol, ma addirittura ad autoinventarsi occasioni per gli avversari e notavo come fosse un picco di montagna anche solo avvicinarsi alla porta avversaria.
Non sarà stato facile per Lei entrare nel mondo rossonero dalla porta sbagliata: quella di una squadra che era forte e credeva ancora di esserlo, quando ormai sono 10 anni che sopporta misere figure.
Non sarà stato facile sopportare le diatribe interne, le fratture tra dirigenti e la subdola attività -paradossalmente cominciata sin dal primo giorno di decorrenza del suo contratto- destinata a ingaggiare il suo sostituto, mentre nel frattempo la squadra, presa a botte da tutti, invisa ai politici sportivi e persino martoriata dagli arbitri, continuava a vedersi allontanare in classifica le rivali che contendevano la qualificazione ai posti per l'Europa.
Non sarà stato facile rialzarsi dopo ogni sconfitta, rimotivare la squadra, darle un minimo di freschezza atletica, che i suoi predecessori non hanno mai curato. Non sarà stato facile sopportare sconfitte come quella di Bergamo, che sostanzialmente azzerava tutto il lavoro da Lei fatto sino a quel momento.

Oggi dobbiamo dirLe grazie. E' vero che non abbiamo ancora nulla di concreto in mano, ma sarebbe folle negare il cambiamento che Lei ha ottenuto. La valorizzazione di molti giocatori e sotto gli occhi di tutti; la coesione che mostra il gruppo non si vedeva da anni al Milan; il gioco che esprime la squadra ora è riconoscibile e soprattutto efficace. 
Soprattutto il Milan se la gioca con tutti e non mi riferisco soltanto ai tre incontri sin qui disputati, semifinale di coppa Italia inclusa, perchè i numeri dicono chiaramente quale equilibrio abbia raggiunto la squadra. Da un portiere che faceva miracoli, ad uno ingiudicabile per assenza di interventi; due centrali che ci fanno andare coi paragoni a coppie eccelse del glorioso nostro passato; un centrocampo che filtra e sostiene l'attacco e un attacco che finalmente segna, non tantissimo, ma segna!
Non mi illudo che le vinceremo tutte, perchè il livello di tanti titolari è inadeguato, ma so che Lei ha vinto: siamo in tanti a desiderare che Pioli sia il nostro allenatore del futuro, con una squadra adeguatamente rinforzata, con o senza Rangnick.
Spero proprio che il club glielo proponga e so che per la persona che Lei è, metterà da parte l'orgoglio per accettare una nuova sfida, finalmente alla pari con gli avversari per rincorrere obiettivi di prestigio. Soprattutto per vincere insieme e compiere l'impresa di riportare il Milan in alto.
Glielo auguro, me lo auguro, se lo augurano tutti i tifosi rossoneri che come il sottoscritto sanno riconoscere i Grandi protagonisti di questo sport.

Un sincero abbraccio
Armando Wjan