Lionel Andrés Messi Cuccittini uguale vincere. Non gli è mai stata data alternativa. E lui quasi sempre ha adempiuto al suo dovere. Ma non è possibile essere sempre perfetti, nonostante sia un marziano: ogni tanto anche il numero 10 del Barcelona indossa panni umani, come Clark Kent.
"Eh ma se non vince il Mondiale, non sarà mai più forte di Maradona".
Scusate la schiettezza: ma quando dite queste assurdità, siete seri? Avete mai visto giocare Leo qualche volta nella vostra vita? E poi dobbiamo parlare di numeri? Lasciamo stare, sarebbero troppi e troppo noiosi. Oggettivamente l'argentino ha disputato due partite sotto tono, ma bisogna inoltre dire che tutti i suoi compagni hanno fatto male - per usare un eufemismo – non permettendogli mai di essere a suo agio nel gioco, anche per colpa di quell'uomo alto meno di 1 metro e 70 in panchina, che ha proposto due formazioni vergognose, tenendo rispettivamente Higuain e Dybala seduti per 80 e 90 minuti contro l'Islanda, e Angel Di Maria, uno dei migliori al mondo nel suo ruolo, per 90 contro la Croazia, schierando Meza (che totalmente ignoravo prima di ieri) ed Enzo Perez (chi?).
Eppure la stampa internazionale ha addossato tutte le colpe alla Pulce, come se fosse solo colpa sua se i compagni e il commissario tecnico - gli sto facendo un complimento - non l'hanno minimamente messo in condizione di potersi esprimere. Messi sa fare davvero tutto con la palla tra i piedi ma da solo non si può vincere contro una squadra organizzata, ben messa in campo, e con uno dei centrocampi più forti di tutta la competizione (che giocatore Luka Modric...).
Sull'attacante del Barcelona erano state addossate tutte le pressioni del mondo, come se dovesse vincere in solitaria questa FIFA World Cup, ma la verità è che, in uno sport di squadra, nel 2018, non si può vincere da soli, neanche se sei il più forte di sempre (perché di questo stiamo parlando). Quando in difesa hai dei compagni che veramente farebbero fatica a giocare nelle prime squadre della Serie A (forse tolto Otamendi, che reputo comunque inferiore a Federico Fazio, il quale è stato incredibilmente180 minuti a guardare i suoi compagni), quando in porta hai uno che è davvero un miracolato di questo sport perché un errore di quel genere, in una partita così importante, non è minimamente ammissibile, puoi pure essere Leo Messi, ma non sai ancora fare miracoli.
Ma c'è un'immagine che mi ha colpito più di tutte. La Pulce argentina in lacrime.
Lì, da solo, in mezzo al campo, con miliardi di persone che ti puntavano gli occhi addosso.
Lì veramente capisci quanto sia difficile sopportare la pressione, nonostante convivi con questa sensazione da ormai più di un decennio. Ma ti senti una specie di traditore, di incompiuto, perché hai vinto tutto e più volte con la maglia blaugrana, ma non sei riuscito a portare in trionfo la tua Patria.
Lì veramente capisci di essere da solo.
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