C'è da stupirsi di tanto stupore! Maurizio Sarri è il nuovo allenatore della Juventus ed abbiamo assistito a uno psicodramma collettivo che ha coinvolto soprattutto i tifosi napoletani, ancora innamorati del personaggio Sarri, ma anche chi si ostina ancora ad avere una visione romantica del calcio. Eppure Sarri è solo l’ultimo di una serie di allenatori che quando allenavano altre squadre avevano una visione e davano un giudizio sulla Juventus totalmente negativo, salvo poi approdarvi in breve tempo e rimangiarsi con grande faccia tosta quanto in precedenza sostenuto.
Come dimenticare le parole del Fabio Capello allenatore della Roma: "Il problema della sudditanza esiste... la Juventus viene favorita perché sono ormai molti anni che si trova al vertice". E ancora: "Il fatto che non vada ad allenare la Juve, non significa che non mi abbiano cercato... A me non interessa andare lì, sono scelte di vita". Il tutto detto appena pochi mesi prima di firmare un ricco contratto proprio con la Juventus.
E che dire di un Max Allegri allenatore del Milan super-polemico con la Juventus e con i suoi dirigenti? "Nelle uniche 4 partite in equilibrio nel nostro campionato abbiamo subito decisioni sfavorevoli e due gol buoni tolti pesano sull’andamento del campionato. Il gol di Muntari vale tutto il campionato". Salvo poi definire lo stesso gol di Muntari, una volta arrivato alla Juventus, "un episodio che può capitare". Riferito poi al vezzo juventino di contare i due scudetti revocati così si esprimeva: "Per me son 31... perché? C'è compreso quello del campionato di serie B. L'ha vinto no? Qui sbagliano tutti 28, 30, 31, 24, 25... Ora basta! Un organo di competenza ha stabilito quello che si doveva fare. E' inutile continuare a discutere quanti sono e quanti dovrebbero essere".
Buon ultimo il Sarri che si lamentava della Lega per aver favorito la Juve facendola giocare sempre prima del Napoli, che sosteneva il Napoli dovesse indossare la maglietta a strisce per avere un rigore a favore, che mostrava il dito medio ai tifosi juventini, che diceva di avere sulla Juve gli stessi retropensieri dei tifosi, che voleva querelare chi lo accostava alla Juve (febbraio 2017), il rivoluzionario in tuta che voleva conquistare "il Palazzo" con i suoi uomini, alla fine lo abbiamo visto tutto incravattato come a un pranzo di gala ed ossequioso al cospetto dei "tiranni" che da buon rivoluzionario aveva così valorosamente combattuto.
Non vi stupite quindi di quanto la storia ci ha già mostrato, in fondo quelli che i tifosi mitizzano come eroi non sono che uomini, con le loro ambizioni e debolezze, come tutti noi. Evitate piuttosto di idolatrare e credere ciecamente al prossimo Masaniello in lotta contro i potenti. Spernacchiatelo prima, dopo è troppo facile!
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