Vigilia di prime volte.
Ma come sempre spiazza tutti Antonio e va dalla parte dell’antagonista, sfidando gli amici di tutta una vita. “E chi se ne frega della stella fuori dallo Juventus Stadium” avrà pensato l’allenatore leccese, la professionalità non lascia spazio ai sentimenti.
Il Mister nel corso della sua carriera in panchina è sempre andato controcorrente fin dal suo approdo a Bari, città che vive la sua profonda rivalità proprio con Lecce, città salentina dove nacque nel 1969. Per i suoi concittadini lo smacco non finirà qui perché come se non bastasse dimostra fin da subito la sua bravura da allenatore e con i galletti raggiunge subito la promozione in serie A, dimensione naturale per un vincente come Antonio che nella massima categoria ha vinto tutto quello che c’era da vincere nella Juve, da capitano.
La sua grinta, tenacia e determinazione si rifletteva sul terreno di gioco, trascinando la squadra ai successi nazionali. Come nel 1998 e nel 2002. E gli interisti quei 2 anni chi se li scorda?! Quel maledetto 26 aprile di 21 anni fa Ceccarini mise del suo con le sue decisioni inappropriate e l’immagine che mi è rimasta più impressa non fu tanto l’episodio Iuliano-Ronaldo, ma le proteste dei “miei” dopo la concessione del rigore su Del Piero... e mentre Pagliuca Colonnese Ronaldo accerchiavano l’arbitro, ricordo lui, Antonio Conte, sempre in prima linea, davanti a tutti, un po’ come ha sempre fatto nella sua vita, a difendere fisicamente il direttore e il suo operato.
“Che coraggio che hai” ci siamo detti noi interisti quel pomeriggio di primavera, ignari del fatto che 4 anni dopo ne avremmo vissuto un altro peggiore a Roma, nonostante i nostri fratelli laziali tifassero per noi... la lunga attesa del tricolore durava da 13 anni ormai, sembrava fatta, ma l’interista si sa vive di facili illusioni e anche in quel caso peccammo di ingenuità sottovalutando la squadra imprevedibile e “pazza” per cui tifavamo...e ci toccò versare le lacrime sui gradini dell’Olimpico mentre al Friuli di Udine, ancora una volta, Antonio festeggiava e brindava negli spogliatoi juventini, perculandoci davanti alle telecamere. Il popolo interista schernito e deriso da quel ragazzotto leccese non ebbe modo di rivalersi sul campo perché quando iniziarono i tempi d’oro post calciopoli, Antonio aveva già appeso gli scarpini al chiodo.
E ora alla vigilia di Inter-Lugano... una quindicina d’anni dopo... chi l’avrebbe mai detto?!?
Il mondo si capovolge, si è sempre saputo, ma mai avremmo immaginato che un bianconero radicato non vedesse l’ora di cambiarsi ed indossare i colori nerazzurri, spogliandosi velocemente, pronto per la sua prima volta.
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