Milan-Atalanta rappresenta la prima vera sconfitta del Milan post lockdown.
Se nelle altre (due) occasioni infatti c'erano state giustificazioni (gol fortuiti, mancanza di troppi titolari) qui i gol su palle inattive e l'assenza di Romagnoli, Bennacer e Salesmakers non basta a giustificare il nulla visto in campo.
La squadra di Gasperini dopo 5 minuti aveva già conquistato il dominio assoluto del campo, vincendo ogni contrasto e arrivando in anticipo su ogni pallone. Sembrava di vedere il primo Milan di Sacchi, dove tutti sanno dove andare, cosa fare e anche Angelo Colombo brillava al pari di Gullit. Peccato che sabato il Milan oltre che la partita abbia perso la faccia. Se sei primo in classifica (meritatamente) non puoi uscirne così umiliato nel gioco più che nel risultato.
Con il senno di poi probabilmente Theo Hernandez non era l'ideale in marcatura su Ilicic che ancorchè forte, sabato sembra Messi in stato di grazia. Meitè sulla trequarti è servito a poco e niente e Leao per quanto si è visto in campo può aver tranquillamente mandato una controfigura. La rabbia di Ibra dà il senso di quanto questa sconfitta pesi sullo spogliatoio. Ed è giusto sia così. Perché, sarò pazzo, ma credo che il Milan sia più forte dell'Atalanta, ma per vincere sarebbe servito giocare di tecnica più che di fisico accettando l'uno contro uno piuttosto che ammassarsi dietro sperando in contropiedi poco credibili.
Quindi questa volta l'imputato principale non può essere che Pioli, che evidentemente teme troppo Gasperini per pensare a vincere la partita piuttosto che a non prenderle.