Pur rimanendo nell’ambito dello sport, mi permetto una piccola variazione sul tema mettendo per un momento il calcio in secondo piano. Perché queste giornate roventi già di per se’ fastidiose da passare per chi, come il sottoscritto, lavorerà per tutto il mese sono state ulteriormente appesantite dal “tormentone” legato alla clausola rescissoria di Neymar e al suo passaggio al PSG che tanto ha fatto e farà parlare; personalmente ho sempre fatto fatica ad immaginare che certe cifre potessero anche solo esistere, onestamente tutto questo non voler porre limiti all’impossibile un po’ mi impaurisce. Se da un lato voglio sperare che l’eccesso di “Hybris” del PSG verrà prima o poi punito, come accadeva per gli eroi classici, non nego di aver trovato più soddisfazione, in queste giornate, guardando a notizie di altri sport.
Dal “Tour de France” appena conclusosi, ho portato con me l’immagine di un corridore: Warren Barguil, eletto miglior scalatore della competizione; un nome nuovo per molti addetti ai lavori ma che, in breve tempo, si è accaparrato le simpatie di molti appassionati di ciclismo.
Scalatore puro di quelli “alla vecchia”: amante dell’attacco, delle fughe in solitaria da lontano e schieratosi apertamente contro i misuratori di potenza: ennesima diavoleria elettronica che, se portate alle massime conseguenze, porterà il ciclismo ad essere un altro degli sport “telecomandati”.
Il venticinquenne di Hennebont, assieme a Bardet ha quindi risvegliato il senso di orgoglio dei francesi che ormai da troppo tempo non vedevano dei loro connazionali battagliare per la tanto agognata maglia gialla; una popolarità tanto meritata quanto inaspettata, che lo ha da subito messo al centro del “ciclomercato”, non dissimile al calciomercato che tutti noi ben conosciamo.
Dopo aver prontamente rifiutato le offerte delle due società francesi del World Tour, la serie a del ciclismo, colpevoli a sua detta di essersi accorte troppo tardi della sua esistenza, ha rifiutato le avance di altri top team come la Sky di Froome. Per accasarsi in che squadra ? nella Fortuneo-Oscaro, squadra militante nella serie Continental e che può partecipare agli eventi “top” solo su invito e non per diritto come quelle del World Tour. Una scelta decisa, convinta, di sposare un progetto che lo vedrà protagonista assoluto, piuttosto che diventare uno dei tanti in qualche squadrone. Una mossa coraggiosa, come le fughe a cui ci ha abituato ad assistere; una mossa che ci fa ricordare quello sport fatto ancora di valori e di gloria costruita giorno dopo giorno. Una mossa a cui mi sento di dare il più totale ed incondizionato appoggio, a maggior ragione in questi giorni, dove come non mai mi sento lontano dall’altro mio sport prediletto, il calcio.
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