Nonostante l'espulsione inventata, nonostante un gol dubbio, nonostante una prestazione di superiorità di undici contro dieci, pali, parate strepitose del portiere del Porto, nonostante l’assedio, fino alla fine, la Juve è fuori dalla Champions League, e il triplete rimane ancora un sogno nel cassetto. O meglio una vera ossessione degna di una canzone dei Subsonica con l’Inter che detiene il primato italiano nel nostro campionato del triplete.
La Juve aveva comprato Ronaldo per vincere la Champions. Ronaldo probabilmente andrà via dalla Juve senza questo titolo. Ora non resta che la corsa al campionato e alla Coppa Italia con un duello con i colori da incubo per i bianconeri. Neroazzurro interista e atalantino. Mica male. La Juventus ora sa di non poter fallire, dovrà fare una rincorsa pazzesca contro l’Inter, il distacco non è impossibile soprattutto se l’Inter perderà punti per strada. Il campionato adesso di accenderà come non mai. Ma una riflessione va fatta sul solito sentimento di tanti tifosi alla fine del fischio finale. Non è tanto una questione di patriottismo, quello lasciamolo alla nazionale, nel calcio di oggi si può tifare per società di diverse nazioni. Io ad esempio seguo l’Inter ed il Liverpool, sondaggi dicono che sono tanti i tifosi che seguono le squadre di altri Paesi. La Juve è e rimane la società più tifata ma nello stesso tempo la più odiata, sportivamente parlando, nel nostro calcio. Normale che sia così, e purtroppo non è riuscita a disintossicarsi dei veleni del passato, calciopoli è una ferita nel nostro calcio che è ancora fresca. Al fischio finale con cui nella serata di Torino del 9 marzo si è sancita l’uscita della Juve dalla Champions per molti è stato come aver vinto uno scudetto. Un sorriso, regalato dalla sconfitta della Juve che manca un suo obiettivo storico. Ci può stare, fa parte del gioco, dello sfottò calcistico, anche gioire delle disgrazie calcistiche altrui. Un po’ di pepe e di sale ci vuole. Certo, molti juventini diranno che non resta agli altri che questo, festeggiare dei fallimenti altrui, quei fallimenti che secondo Ibra sono parte del successo, quello che la Juve in Europa non conosce e che in Italia detiene ancora l’Inter, forse l’unica società realmente internazionale nel nostro calcio, che aspetta di rilanciarsi a dovere in Europa, Cina permettendo. Insomma, sì, niente di nuovo sotto il sole. La Juve esce dalla coppa diventata impossibile, la Champions, ha pagato alcuni errori, forse avrebbe meritato anche di passare il turno, pazienza, così è andata.
Non servono processi, Agnelli ha azzardato, peccato di presunzione con alcune scelte che non stanno dando i frutti. Ma non è questo un problema del calcio italiano, che ha ben altri problemi a cui pensare che all’uscita della Juve dalla Champions.
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