Nessuno lo vuole ma tutti lo schierano, è questa la breve ma intensa storia di Mattia De Sciglio in bianconero. Arrivato alla Juve nell’operazione Bonucci per circa 12 milioni di euro, De Sciglio era stato fortemente voluto dall’allenatore che per primo sulla panchina rossonera aveva creduto in lui, Massimiliano Allegri. Per lui in due anni e mezzo con la Juve 56 presenze con un gol all'attivo e primo in serie A contro il Crotone. Bottino abbastanza magro per chi a vent'anni esordiva in serie A con una squadra gloriosa come il Milan e che esordiva non ancora ventunenne con la maglia azzurra della Nazionale nell'amichevole di Ginevra contro il Brasile (2-2). Terzino di contenimento e non di spinta da Allegri veniva spesso utilizzato per dare equilibrio alla squadra in opposizione ad Alex Sandro. Complici vari e lunghi infortuni il terzino azzurro non è mai riuscito ad avere quella continuità che lo aveva fatto mettere in mostra con la maglia del Milan. Eppure tutte le volte che è stato fisicamente a posto, sia Allegri, sia Sarri in questo inizio di stagione, l'hanno preferito rispettivamente a Cancelo e a Danilo. Ma perché? Cosa avranno visto questi due che nessuno riesce a vedere?
Proviamo a capirci qualcosa. Osservando i movimenti di De Sciglio nelle partite in cui è stato in campo, risulta evidente anche ai meno attenti che su dieci cross ne sbaglia otto e che in fase offensiva si vede troppo poco, rispetto magari ad un Alex Sandro, ad un Danilo o ad un Cancelo che spesso si ritrovano nei pressi dell'area di rigore. Ed è proprio questo il punto dove bisogna focalizzarsi, la solidità difensiva che può dare un terzo centrale aggiunto quando la squadra si difende, soprattutto nelle ripartenze avversarie: è quell'uomo che non vedi, che mai ti farà una giocata da perdere la testa, che raramente salterà l'uomo o farà un lancio di 40 metri, che però permette agli altri di farlo. E in fase difensiva? Tutte le volte che è sceso in campo raramente ha avuto svarioni clamorosi, non ha passato il pallone all'attacco dell'Ajax quando c'era da difendere un risultato importante e passare i quarti di Champions (Cancelo), non ha provato un dribbling al limite dell'area al 94' mentre si vinceva 1-2 contro il Bayern Monaco (Evra), o ancora non ha sparlato del mondo Juve appena lasciata la squadra dopo appena un anno preferendo i soldi di Parigi (Dani Alves). Eppure come pochi, De Sciglio viene continuamente attaccato, sempre e comunque. Non è Zambrotta, non è Marcelo, e nemmeno Maicon, ma si sacrifica per la squadra sul campo e fuori. E forse, nonostante qualche mugugno, anche i tifosi juventini sotto sotto avranno pensato: "Beh, se devo prendere Kurzawa mi tengo De Sciglio".
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