Ogni anno sentiamo delle gesta dell'Inter Primavera, una squadra che ottiene grandi risultati, imponendosi sul calcio giovanile in maniera imponente. Ma come mai allora questi giovani non riescono quasi mai ad affermarsi?
Ricordiamo che la stessa Inter ha vinto otto campionati primavera, sei coppe Italiane e otto tornei Viareggio. Inoltre anche in questa stagione la squadra dell'allenatore Vecchi arrivata seconda in campionato, dovrà giocare le semifinali contro l'Atalanta, che si terranno tra il 5 e il 6 Giugno 2018.
Tutto questo dimostra la progettualità e la bontà di un settore giovanile fiorente che fa ben sperare i tifosi per il futuro. Purtroppo però tutto questo non rispecchia poi la verità delle cose. I settori giovanili italiani sono arretrati e non vanno di pari passo con quelli di tutta Europa.
Nella classifica generale europea una squadra come l’Inter, che raggiunge questi risultati eccezionali è soltanto 39esima, con soltanto 23 giocatori formati dal club.
Inoltre ad aggravare la situazione è un dato non di poco conto, ovvero è quella con meno giocatori provenienti dal settore giovanile messi sotto contratto.
Ma questo fallimento a chi è da attribuire? Al sistema calcistico italiano. Pochi allenatori hanno il coraggio di lanciare i ragazzi per paura e prediligono giocatori già formati, oppure giovani stranieri con il prospetto di ricavare corpose plusvalenze.
Basti ricordare l’acquisto nella scorsa finestra di mercato di Dalbert Henrique Chagas Estevão, laterale mancino Brasiliano del Nizza per l’enorme cifra di venti milioni di euro più sei di bonus con il 10% della sua futura rivendita.
Questo acquisto ha dimostrato come il nostro calcio sia intossicato, pagando una cifra spropositata per un terzino che obbiettivamente nulla ha dimostrato, ma soprattutto che poteva essere sostituito a costo zero, con qualche altro giovane proveniente dal proprio vivaio. Ricordate Cristiano Biraghi? Terzio sinistro cresciuto nell’Inter e subito scaricato come un sacco vecchio, senza mai aver avuto la possibilità di imporsi nell’universo che conta interista per la povertà di opportunità.
Ma tornato alla gestione Vecchi, essi ha lasciato giocatori come Puscas, Bonazzoli, Donkor, Di Marco, Radu, Miangue che nonostante fossero molto promettenti non si sono mai affermati in maniera concreta.
Nella stagione 2017/2018, abbiamo visto emergere calciatori come Pinamonti, Vanheusden e Emmers già aggregati alla prima squadra anche poi prontamente non sono mai stati utilizzati.
L’Inter, ovviamente non ha intensione di puntare su questi giovani per rinforzare la squadra, ma saranno utilizzati per colmare le lacune nei confronti del Fair Play Finanziario.
Ora è doveroso chiedere, ma forse non sarebbe saggio investire sui giovani? Alla fine i giovani sono il nostro futuro, il nostro lascito, la nostra forma fisica di speranza e sogni. E se non si può più sognare di glorie future grazie a loro supporto, che senso ha il gioco del calcio? L’Italia è un paese di vecchi si dice, ma purtroppo anche di calciatori.
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