Campionato 2018/2019 la fine è arrivata e la resa dei conti pure.
La pessima stagione del Milan ha un nome e un cognome: Gennaro Gattuso, un allenatore che in quasi due stagioni non è riuscito a dare un minimo gioco al Milan e che a tratti è parso completamente allo sbando.
Partendo dall'Europa League dove siamo stati presi a pallonate da una squadra di dilettanti belgi del Dudelange, squadra sconosciuta a tutto il mondo, e scaraventati fuori dalla competizione dall'Olympiakos squadra con un monte ingaggi totale pari allo stipendio del solo Donnarumma.
La Coppa Italia invece abbiamo preferito perderla in modo plateale contro un ottima Lazio che ci ha fatto fare un bel bagno di umiltà e, come non ce ne fosse stato bisogno, ci ha dato una lezione di calcio.
Ovviamente il campionato non era cosa nostra visto lo strapotere bianconero, ma è chiaro a tutti che il piazzamento per l'Europa, quella nobile, l'abbiamo perso non certo contro l'Inter, ma contro Parma, Udinese, Sampdoria & Co. dove abbiamo dimostrato tutti i limiti tecnici della squadra e di chi li metteva in campo.
Breve, ma concisa, analisi tecnica sul modulo adottato dal nostro Mr.: iI 4-3-3 in realtà era un 2-7-1 con due centrali difensivi sempre in difficoltà, i terzini perennemente a centrocampo le ali a sovrapporsi e Pjatek (prima di lui Higuain) da solo in mezzo a tre/quattro difensori a fare a sportellate per guadagnarsi qualche centimetro quadrato.
Ovviamente se pecchi in tattica devi necessariamente pareggiare nei fondamentali, i calci d'angolo! Qua penso che anche il piu' ottimista dei tifosi milanisti abbia perso ogni speranza di vederne uno battuto in modo decente, storico fu quello battuto dal buon Chalacoso che fini' direttamente in fallo laterale dalla parte opposta.
Il riassunto della stagione è stata la partita di ieri sera, 10 valorosi giocatori con la casacca rossonera a difendere per 30 minuti il risultato di 3 a 2 arroccati in difesa contro la Spal, si si la Spal, non il Real, la Juve il City, la Spal. Dopo un anno cinese siamo approdati a un pool dirigenziale dell'ultima ora composto dal mantra Berlusconiano "il Milan ai Milanisti" che si' è affascinate e romantico, ma in un ottica di calcio moderno e di business milionario lascia il tempo che trova e cocci rotti sul suo percorso.
Leonardo ha dimostrato ancora una volta la sua scarsissima capacità relazionale con allenatore e dirigenza e Maldini a parte fare la bella figurina e scappare nel momento peggiore del campionato penso che nessuno ha capito il suo ruolo in società.
La speranza, l'ennesima, è che finalmente arrivi una dirigenza seria, responsabile che riporti il Milan a combattere per vette piu' alte dove dovrebbe stare di diritto.
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