Ieri sera a San Siro si è consumata una vergogna. Una vergogna per il calcio italiano, la cui massima espressione in panchina è Antonio Conte, di cui si magnificano, come roboanti, risultati imbarazzanti come le frequenti eliminazioni ai gironi di Champions League e un quarto di finale agli Europei, che nella storia del calcio italiano appare davvero poca cosa. Persino il suo passaggio in Inghilterra non ha lasciato segni particolari, se si pensa che negli ultimi 15 anni il Chelsea è la squadra, insieme allo United, che ha vinto più Premier League (5). L'abilità di Conte è nello scegliere compagini in crisi di risultati e reduci da stagioni deludenti, a fronte delle quali è difficile fare peggio. Ma quando l'asticella si alza, emergono tutti i limiti di un tecnico che fa dell'agitazione e dell'ossessività un motivo dominante e purtroppo obnubilante. Investire oltre 200 milioni di euro e ritrovarsi in Europa League non è un risultato accettabile. Se questa è la massima espressione del calcio italiano, non rimane che vergognarsi.
Ma non siamo i soli a doverci vergognare: anzi, la vera onta è il Barcellona, che fa dellla sua idea di calcio quasi una idelogia, ma che schiera una squadra di ragazzini imberbi a San Siro e con imbarazzante facilità si offre ai tarantolati giocatori dell'Inter. In barba a qualsiasi fair-play e dimostrando di disonorare la massima competizione continentale. Solo l'inconsistenza di Lukaku ad alti livelli, dovuta principalmente ai suoi limiti tecnici, salva il Barça B da una goleada memorabile e da una godibile cena serale, in cui brindare alle rispettive qualificazioni e alle tante operazioni di mercato in corso tra i due club. Strano che un allenatore come Valverde dica addirittura che è stato il nervosismo dell'Inter nel non riuscire a raggiungere il secondo gol a consentire il successo blaugrana: nello sport, di norma, sono la propria determinazione e il proprio impegno a portare alla vittoria, non tanto i limiti dell'avversario.
Non dimentichiamo che fu proprio Conte, trovatosi ad essere il Borussia Dortmund dell'occasione, a latrare strali indemoniati contro la Juventus, rea di aver schierato le riserve contro lo Spezia, facendo retrocedere il suo Arezzo. Non abbiamo sentito un suo fiato contro la vergognosa squadra schierata dal Barça. "Video bona proboque, deteriora sequor" ammoniva il Santo: ovvero tutti assecondiamo il peggio per convenienza. In questa palese dichiarazione di umanità, oltre che nei risultati, c'è tutto il limite di chi si sente, e viene presentato, quasi come un semidio.
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