Per chi come me ha in forte antipatia quel che rappresenta la Juventus -il club storicamente di proprietà della famiglia più potente d'Italia, la società che non rispetta le sentenze e conta impunemente gli scudetti vinti come meglio crede, il team composto da alcuni giocatori che trattano impunemente gli arbitri come fossero quasi loro subalterni- non è facile scrivere quel che la passione per il commento e la sportività impongono.
Meglio togliersi subito il dente: complimenti vivissimi alla Juventus, capace di annichilire letteralmente l'Atletico, da ormai un decennio un top team europeo.
LA MENTALITA', LA PIU' GRANDE DOTE DI QUESTA SQUADRA FORTISSIMA- Un successo che conferma come questa squadra in Italia domini non solo perché sia nettamente più ricca, più potente politicamente e più forte tecnicamente di tutte le rivali. La sua dittatura si attua anche (se non soprattutto) perché, da quando è stata allenata da Antonio Conte, è tornata a essere composta da giocatori, staff e dirigenza impegnati a dare all'unisono il massimo dal primo all'ultimo minuto della stagione per un solo obiettivo, che non conosce piani b, la vittoria. In breve, la Juve è dotata di mentalità vincente, qualcosa che non si compra nemmeno avendo a disposizione 200 milioni da spendere.
L'ENNESIMA RIVINCITA DI ALLEGRI- Complimenti in primis ad Allegri: mettendo in campo una Juventus praticamente perfetta nella serata più importante e difficile, beffa clamorosamente le vane disquisizioni di chi lo sminuisce e ricorda - per l'ennesima volta in questi cinque anni- cosa voglia dire nei fatti essere un eccellente allenatore. Anche Simeone, il tecnico più pagato al mondo, gli deve rendere omaggio: la sua squadra allo Juventus Stadium c'ha capito davvero poco, riuscendo a fare un solo tiro alla porta avversaria in novanta minuti.
BRAVO A CHI HA PRESO RONALDO- La serata non aggiunge forse nulla alla leggenda di chi come Cristiano Ronaldo -a 34 anni salta meglio e più in alto dei migliori difensori europei- già da un paio di lustri è riconosciuto internazionalmente come fenomenale calciatore. Semmai, celebra per il momento soprattutto chi in estate si è assunto il grande rischio di pagare così tanto (e per tre anni) un classe '85.
BEI SEGNALI ANCHE PER IL FUTURO DEL CALCIO ITALIANO- Più in generale, questa è anche (e per fortuna) la vittoria del futuro del calcio italiano, con tre under 25 azzurri decisivi in una serata di gran gala europeo. Bernardeschi, assist e rigore a parte, si è rivelato l'arma segreta di Allegri per il passaggio del turno; Spinazzola, ad appena la quinta partita stagionale, è stato tra i migliori dei suoi e Kean, a 18 anni, si è reso con personalità e talento già protagonista a qualificazione ancora non conquistata.
Per carità, i conti si fanno a maggio, è stata vinta solo una battaglia e la guerra per la conquista dell'Europa si decide più in là: la valutazione della stagione bianconera è ancora sub iudice, ma, indubbiamente, questa serata e la relativa gioia resteranno a lungo nel cuore degli appassionati juventini.
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