Alla tredicesima giornata di campionato, per il piacere degli "scaramantici" e di numerose tifoserie avversarie, il Milan subisce a Firenze, la prima sconfitta stagionale. Si interrompe così quella serie di risultati positivi, fatta di dieci vittorie e due pareggi, grazie alla quale si è incrementato un graditissimo vantaggio, su molte altre squadre più forti e accreditate alla vittoria finale.

Spiegare i motivi che hanno portato a questo "passo falso" è abbastanza semplice e sono tutti riconducibili più al Milan, che ad una bella e rimaneggiata Fiorentina, che solo pensarla privata di Vlahovic, splendido talento serbo dalle grandissime potenzialità, è avvilente per i progetti di grandezza del Presidente Commisso, della tifoseria viola e di una città, così bella, da meritare di tornare a competere per vincere. Vince la Fiorentina, 4 a 3, una partita condita da molti sbagli e non poteva essere diversamente, viste le assenze difensive di entrambe le formazioni. Perde il Milan, nonostante il solito impegno, tanta corsa, voglia di vincere e distrazione, non riuscendo a concretizzare le occasioni da gol create e non trovando soluzioni adeguate per fermare uno degli attaccanti più realizzativi del nostro campionato.

Non esistono partite vinte o perse, prima di essere giocate, una regola fin troppo conosciuta. Così, se per i pronostici, Roma o Inter dovevano segnare la fine della cavalcata rossonera, Firenze doveva essere una piacevolissima gita in attesa del big-match, Inter-Napoli. La pausa delle Nazionali aveva lasciato, oltre al solito numero di infortunati, un'euforia insolita a Milanello, con i rinnovi di contratto per il Mister e per i quattro giocatori più importanti e rappresentativi, senza citare Kessie, costantemente sulle prime pagine dei giornali e insignito del ruolo di capitano, vista la contemporanea assenza di Calabria e Romagnoli, a tenere banco. Per i meno attenti segnalo che dopo la pausa precedente il Milan aveva giocato contro il Verona. Era la prima partita senza Maignan, sostituito da Tatarusanu e sotto di due gol, si riuscì a vincere. In questa occasione, dopo il doppio svantaggio con cui si è rientrati nello spogliatoio, si è aggiunto il terzo gol, per il momentaneo 3 a 0, che avrebbe demoralizzato qualsiasi formazione. Viceversa, complice uno sbaglio grossolano di Bonaventura, il gol di Ibra, che nel primo tempo aveva sciupato malamente, di testa, la possibilità di pareggiare, riapre l'incontro. Il secondo gol, sempre dello svedese, apriva un nuovo scenario, ma gli innesti di Italiano che poteva avvalersi di un altro ottimo giocatore come Gonzales, spegnevano ogni illusione rossonera.

Aggrapparsi alle assenze, che poi sono una costante che ci perseguita da troppo tempo, è superfluo. Gabbia, per quanto bravo, non è Tomori e Tata non ha la reattività di Maignan, ma più degli assenti, sono i presenti che devono garantire un ulteriore passo in avanti.      I dubbi che avevamo ad inizio stagione sono gli stessi che abbiamo oggi. Diaz e Sealemeaker, per motivi diversi non stanno garantendo quel salto di qualità che potrebbe rafforzare un sogno scudetto, non impossibile. Lo spagnolo è ben lontano da quello ammirato ad inizio stagione e tutta la manovra ne risente, mentre il belga, sempre generoso, non garantisce gol e fantasia, limitando la fascia destra ai soli inserimenti dei terzini, proponendo raramente cross pericolosi o altro. Lo stesso Kessie, che l'anno scorso è stato trainante, oggi è ben lontano da quelle prestazioni e sarà difficile che le possa, o voglia, riproporre, ma è da Theo che si pretende più attenzione. Il suo sbaglio è la classica "ciliegina sulla torta" di una serata sbagliata, non è la prima volta che il francese incorre in questo sbaglio. Così come pretende un adeguamento di contratto, ha l'obbligo di garantire più attenzione e meno superficialità. 

Si perde a Firenze, una sconfitta che fa male, perchè era evitabile, ma che dovrebbe essere facilmente superabile. La forza del Milan è il gruppo, è la consapevolezza di non essere forti, ma di poterlo diventare. Ieri si è perso perchè si è giocato da singoli, con più sbagli che cose giuste.   Come una rondine, non fa primavera, così questo unico imprevisto non smorzerà il nostro entusiasmo. Certo se la Società volesse intervenire sul mercato, solo per trovare un'alternativa a Diaz, possibilmente già pronto, allora le nostre quotazioni per la vittoria finale potrebbero crescere ulteriormente. FORZA MILAN