Zero a tre e già la stampa grida alla debacle della Juve 2020-21. Ma tra una squadre che espugna il Camp Nou e una che ti perde nettamente in casa, con un' altra che non vince da parecchi turni, va colta la massa critica. Ieri Prandelli ha vinto tatticamente, creando attorno a Bentancur ciò che Happel fece formare intorno a Platini nella finale di Atene dell' 83. Prandelli aveva individuato la fonte del gioco avversario e l' aveva fatta spegnere ponendovi contro almeno tre uomini in contemporanea. Avendo ragione perché sapeva che la Juventus, anche, concentrava il suo fuoco in spazi limitati del campo, lasciandone sgombre di uomini ampie porzioni. Mentre la lotta infuriava intorno all' uruguayano,in effetti comparivano aree desertiche in lontananza,occupate tutt' al più da una maglia bianconera. Questo giustifica il primo goal, di Vlahovic. Fuorigioco saltato perché l' azione dell' attaccante inizia prima della linea. Ci si affida allora, con Bentancur blindato,alle iniziative e ai cambi di fascia di Chiesa, cercando un Ronaldo che troppo spesso è costretto a cercare,a polveri spente, una soluzione dalla distanza. Qui si nota l' assenza di Dybalae di qualcuno che l' allenatore bianconero conosce bene e che può essere sostituito solo, attualmente, da Arthur. Perché Dybala? Perché, rispetto a Ronaldo, che spazia prevalentemente nel quarto più profondo del campo, offre molto minori punti di riferimento, partendo da lontano, portando i marcatori fin al di qua della linea di centrocampo. Costituirebbe una soluzione di continuità nella "gabbia" prandel-happeliana. Perché Pirlo stesso? Perché, se giocasse ancora, saprebbe come attirare il centrocampo avversario nelle retrovie e dettare i tempi e le geometrie dei lanci.
Manca inoltre Danilo che viene inserito a partita in corso, magari subendo la legge dei numeri che determinano la disposizione in campo: sempre più di moda, non distinguono tra chi sa giocare al pallone e non. L' ultimo inserimento, di Bernardeschi, sa di velleitario, nella speranza di mettere in difficolà la difesa avversaria con una punta centrale appoggiata da due ali. Sacrificando il miglior juventino dell' anno, Morata. Rischiando. E il rischio viene presto coronato. Al di là degli errori arbitrali, che però pertengono al problema di un mondo così professionalizzato da riuscire difficilmente professionale, lo zero a tre risulta pesante per quanto visto in campo, premio per la combattività e la classe di parte della squadra Viola, carenza di giustizia per un allenatore in ascesa come Pirlo. Al di là delle critiche.
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