Lo scorso luglio Nikola Kalinic lasciava il ritiro della Fiorentina per motivi familiari, a cui sarebbe seguita una "inquietudine emotiva" che preludeva all’addio ai Viola. All’orizzonte c’era il trasferimento al Milan, che si sarebbe concretizzato in agosto: i rossoneri cercavano un grande bomber da aggiungere alla campagna acquisti faraonica di un’estate a tutto mercato. Un anno dopo, il matrimonio tra l’attaccante croato e i rossoneri – un’unione costata 25 milioni per il cartellino - è già vicino all’epilogo. La sua cessione, in una sessione a saldo zero per motivi di budget (Fassone dixit), è la chiave per arrivare agli obiettivi per rinforzare l’attacco. Zaza, per esempio. Tutto congelato, però, in attesa di capire il futuro societario del club: da domani, è la speranza, potrebbe arrivare un po’ più di chiarezza.
POCHI GOL — Quello di Kalinic è stato un anno difficile: dopo due stagioni in doppia cifra, ne è arrivata una da sole 6 reti in 41 presenze nelle varie competizioni. La concorrenza dell’emergente Cutrone, qualche gol di troppo sbagliato davanti alla porta, un rapporto con San Siro divenuto piuttosto complicato. E nemmeno troppa fortuna: quando ha segnato, come a Benevento, la partita è finita col gol del portiere Brignoli, che ha oscurato tutto.
NAZIONALE — Kalinic resta comunque un giocatore di valore, il cui cartellino venne pagato 25 milioni. E ha estimatori soprattutto in Spagna. C’è l’Atletico, che però per prenderlo dovrebbe prima cedere Gameiro (comunque vicino al Valencia), e c’è il Siviglia. Il Milan sperava che il Mondiale rilanciasse le quotazioni di Nikola, che invece è stato subito rispedito a casa dal c.t. Dalic per un giallo legato alle sue condizioni fisiche. E così la punta rossonera s’è persa lo splendido cammino della nazionale croata (dove c’è il neomilanista Strinic), che ora sogna di andare in finale a Russia 2018. Quando non è stagione, gira male fino in fondo.
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