Come in ogni estate che si rispetti non è tardata la partenza del toto-nomi di calciatori accostati alla Juventus. Nonostante Marotta si sforzi ad ogni fine campionato di ribadire che la squadra è difficilmente migliorabile, sa anche lui che nessuna cosa lo è. Basta avere idee chiare su quello che serve e quattrini da spendere.
Grandi nomi, per ultimo quello di Icardi, infiammano le pagine social, ma anche nomi meno risonanti: Darmian, Perin, sembrano i più vicini di tutti a vestire la maglia bianconera. Con tutto il rispetto per questi calciatori, che servono a puntellare ed infoltire la rosa, le mire della Juventus dovranno presto indirizzarsi su ben altro, se si vorrà dare seguito al processo di crescita europea con obiettivo dichiarato di permanenza nella top 8.
Nonostante l'ormai certa partenza di Buffon, la probabile di Benatia e quella non inimmaginabile di Alex Sandro, non è la difesa il reparto su cui si dovrà concentrare il massimo sforzo. La presenza sicura e rodata di Szczesny, gli arrivi di Caldara e Spinazzola, con il sopracitato Darmian, consentono una tranquillità di gestione nel mercato del reparto difensivo: basterà un arrivo di esperienza che con Chiellini e Barzagli affiancherà i più giovani aiutandoli nell'inserimento e nella crescita.
In attacco, non sembrano ad oggi presentarsi difficoltà particolari: Dybala, Bernardeschi, Douglas Costa, sono freschezze invidiabili. Higuain e Mandzukic sono più chiacchierati, perché il tempo passa per tutti, anche per loro. Ma anche nel caso di una loro partenza, arriveranno sicuramente degni sostituti.
Le partite, però, si dice si vincano a centrocampo. Anche se tutto si può dire tranne che Pjanic Khedira e Matuidi siano atleti di secondo livello, quello che è sembrato mancare quest'anno è stato il piglio del centrocampista capace di regnare in mezzo al campo. Nessuno dei tre ha mai dato l'impressione di essere insostituibile e fondamentale. Sono lontani i tempi in cui il centrocampo di Pirlo, Vidal e Pogba era il miglior reparto della squadra. Un rammarico non averli visti in finale a Cardiff.
L'arrivo quasi certo di Emre Can non può bastare a colmare quel vuoto di aggressività, di padronanza del reparto fatta di fisicità e tecnica nella difesa del pallone e nell'impostazione. Magari anche quei dieci gol in più da aggiungere alla potenza di fuoco dell'attacco. Nel panorama italiano, ma anche europeo, un nome racchiude tutte queste caratteristiche meglio di ogni altro: Milinkovic Savic.
Se è vero che il negozio di Lotito è sempre molto caro, lo è altrettanto che la Juventus può ormai permettersi di acquisire le prestazioni di almeno un top all'anno. I 110 milioni paventati non sarebbero un ostacolo, a maggior ragione con pagamento pluriennale. La riuscita e la bontà dell'investimento sarebbero garantite per anni, vista l'età, e Milinkovic diventerebbe il pilastro, robusto ma flessibile, colosso di marmo con la grazia che solo Michelangelo saprebbe scolpire, attorno al quale costruire la Juve del futuro.
Paolo Costantino
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