Alla fine ce l'hanno fatta. L'esultanza di Douglas Costa, sui social, dopo l'esonero di mister Sarri, è quanto di più offensivo possa fare un dipendente nei confronti della Società da cui è pagato.
Perché un calciatore per quanto famoso e ricco resta un dipendente, un lavoratore con diritti e doveri, nel rispetto del datore di lavoro e dei clienti, in questo caso i tifosi.
Alla fine Sarri era inviso a gran parte dei calciatori, che dopo qualche sparata poco ortodossa del mister hanno scelto l'ammutinamento. Già in estate, dopo l'amichevole con il Tottenham, qualcuno aveva preso male le parole del Toscano. Vista la brutta prestazione, si dice che negli spogliatoi Sarri avesse sbottato: "come ho fatto a perdere due scudetti contro di voi?" Poi c'erano state le parole dopo la sconfitta di Napoli, quella "felicità" latente di aver perso tre punti contro i suoi vecchi giocatori.
Certo, sono frasi che un mister dovrebbe risparmiarsi, soprattutto se vuole essere leader o comunque un interlocutore carismatico, cosa che manca ancora a Sarri. Ma i giocatori sono pagati per giocare, per confrontarsi, non per prendere decisioni, altrimenti i dirigenti non hanno ragione di esistere. Il calcio è un mondo a parte, ma le regole contrattuali accomunano tutti i lavori. Disattendere la comanda di un superiore si chiama insubordinazione ed è un comportamento molto grave.
E qui subentrano le responsabilità dei dirigenti, soprattutto di Paratici, che prima ha voluto il mister toscano e poi non è stato capace di difenderlo. Forse lo stesso giovane dirigente juventino ha bisogno di crescere sotto questo aspetto, Moggi docet.
I giocatori non hanno creduto in un progetto dispendioso, in un calcio diverso fatto di pressing rapido, di palleggio veloce e di verticalizzazioni verso il calciatore libero grazie ad un movimento senza palla. I calciatori della Juventus F. C. hanno preferito organizzarsi come meglio credevano, cercando di portare il mister verso le loro convinzioni, creando confusione e un gioco sterile. Forse l'esonero è stata la scelta più appropriata, ma mostra un precedente molto pericoloso; cosa succederà se i giocatori decideranno che il gioco di Pirlo non sarà gradito? Ecco il vero rischio per Paratici; più che sulla scelta dei nuovi giocatori dovrà dimostrare di saper dirigere, di mantenere il livello di professionalità anche nei senatori. Comunque, diciamolo, resta la vergogna di campioni che non hanno ancora compreso cosa significhi essere un dipendente.
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