Non è ancora ufficiale, ma da qualche ora è arrivata la conferma definitiva che Kaio Jorge sarà presto un nuovo giocatore della Juve andando a completare il reparto offensivo della squadra bianconera. Un rinforzo invocato a gran voce da tifosi e addetti ai lavori, soprattutto dopo l’esperienza dello scorso anno, in cui Pirlo ha dovuto fronteggiare spesso e volentieri l’emergenza attacco a causa delle numerose assenze di Dybala e Morata nella parte centrale della stagione, costringendo il tecnico bresciano a schierare Kulusevski al centro dell’attacco, un ruolo sicuramente a lui poco congeniale che ha finito per togliere potenziale offensivo alla propria squadra. Per non incorrere nello stesso errore, la dirigenza juventina guidata dal nuovo DS Federico Cherubini, ha deciso di puntare dritto sulla nuova promessa brasiliana, ingolosita soprattutto dal bassissimo costo del cartellino a causa del contratto in scadenza. In prospettiva futura il giovane attaccante verdeoro potrà rivelarsi sicuramente un grandissimo affare, perché probabilmente complice anche la giovanissima età, rivaluterà il proprio valore come posta di bilancio, massimizzando per tanto l’investimento fatto. Ma siamo sicuri che sia proprio la punta che serviva alla Juve?
Se andiamo ad analizzare il reparto offensivo della Juventus troviamo oggi solo tre giocatori alla voce attaccanti: Dybala, Ronaldo e Morata, e altri tre come esterni d’attacco Chiesa, Kulusevski e Bernardeschi. Dei sei giocatori in elenco, si fa fatica a trovare una prima punta che possa agire come riferimento centrale e di profondità, l’unico ad avere caratteristiche simili a quelle ricercate è Morata che svolge il ruolo in maniera comunque atipica, essendo più un contropiedista.
Kaio Jorge viene paragonato dai più, a Neymar piuttosto che Firmino o al primo Pato, tutti giocatori schierati sì nel ruolo di prima punta, ma con caratteristiche più da seconda predisposte alla continua ricerca del fraseggio con il partner d’attacco. Al netto dei paragoni che non mi sono mai piaciuti, appare comunque evidente che il brasiliano non abbia le caratteristiche della classica punta centrale.
Analizzando lo schema tattico della Juve, che sarà basato sicuramente sul degli esterni alti e una prima punta, sia che si giochi con un 4-3-3 che con un 4-2-3-1 (a tal proposito da annotare la seconda buona prestazione del “canterano” Soulé, nel trofeo Berlusconi di sabato sera, potrebbe rivelarsi una sorpresa quest’anno con l’aggregazione fissa in prima squadra), sarebbe stato più utile forse acquistare una prima punta vera a propria, alla Milik per intenderci, in modo da poter permettere anche qualche variazione tattica in corso a seconda del tipo di partita.
Mister Allegri avrà pertanto il quarto attaccante necessario a completare lo scacchiere offensivo, ma non la punta che serviva realmente.
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