Due sono le cose: o il Nantes è una squadra forte con margini di crescita o la Juventus attuale è una squadra davvero da terza fascia europea, dopo le solite note e quelle che si giovano di freschi fondi ed economie in via di sviluppo.
Lontani sono i giorni delle finali o semifinali di Champions, quando tutt'altri staff si avvicendavano - si pensi solo all'ancora valida competenza di un Moggi, per non parlare di Bettega o Boniperti o dell'Avvocato - e le situazioni oggettive erano diverse: la partecipazione africana o pan-araba, decisiva ieri sera, ancora limitata. Di queste ultime, si sono giovati ex imperi britannici e francesi.
Ma vediamo come avrebbe potuto far meglio, la squadra ieri sera, pur non aspettandosi un imminente ritorno in prima.
Innanzitutto, notato anche dal cronista di TV8, l'errore di non schierare Kostic dall'inizio, al pari di Cuadrado: non faranno parte del tridente massimo, ma hanno l'intelligenza e una lettura di partita in grado di attraversare ogni stagione.
E non mi fate dire queste cose.
Così per Alex Sandro, il resto è grande bellezza. Ma poco efficace, senza l'apporto precedente.
I bei festeggiamenti per il goal, celebrato dai peana televisivi, non potevano celare il fatto che qualche calciatore avversario si stesse già muovendo, e bene. Tanto che, al primo contropiede, ci accorgevamo di un probabile errore tattico e madornale: aver bagnato il campo.
Bremer scivolava, lasciando terreno vacante per Blas che infilava, con una stoccata decisa, la porta dell'incolpevole Sczesny. Altre scivolate, non patite però dai francesi, avrebbero confermato l'assunto.
Rimanere sorpresi da un contropiede simile, significa talvolta portare la squadra interamente avanti, preoccupandosi poco del ritorno o del presidio delle retrovie: magari per accontentare chi vuole il "gioco".
Ma il gioco ha bisogno non di soluzioni individuali o avventurose, ma di un coordinamento e una combinazione di forze interattive. E questo si è visto, tra i rari casi riguardanti ieri sera la Juve, in occasione del goal. All'arbitro non imputo tanto la mancata concessione del rigore, quanto aver permesso che la partita diventasse una caccia all'uomo, da parte di canarini molto simili, nell'entrata sull'avversario, allo stile De Ligt.
In particolare, l'indulgenza verso quel Pallois da cui pochi vorrebbero essere marcati. In confronto, il presunto appoggio di Bremer che avrebbe causato la parata del difensore francese per impedire alla palla di entrare in porta, ben poca cosa.
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