Un punto in due partite che nella realtà sarebbero dovuti essere sei, parte nel peggior dei modi l’Allegri bis. Una settimana quella bianconera da dimenticare iniziato con l’addio di Ronaldo è chiusa dallo 0-1 di Mancuso. Tanti problemi all’orizzonte, per una società confusionaria, che cambia tre direttori sportivi e altrettanti allenatori in tre anni con la conseguenza di un calcio mercato sbagliato che portano acquisti inutili privi di programmazione. L’arrivo di Kulusevskiper esempio a fronte di un corrispettivo di 35 milioni e pochi mesi dopo i 50 e più per Chiesa, due giocatori di cui non si discutono le indubbie qualità, ma con caratteristiche simili senza considerare che in rosa già ci sono Cuadrado e Bernadeschi.
Da queste operazioni non in stile Juve, ci si ritrova con i reparti scoperti. La difesa fa ancora affidamento su Bonucci e Chiellini, sicuramente tra i migliori interpreti delle retroguardie nella nostra serie A, ma ormai più che trentenni, con il secondo vittima di continui infortuni che ne pregiudicano costantemente l’affidabilità e titolarità. La liquidità comincia a scarseggiare e allora bisogna districarsi in affari alla Romero, che inizialmente ha creato uno scompenso negativo nelle casse bianconere; ma rivenduto poi dai bergamaschi al Totthenam ad una cifra spropositata e ricompensan con la cessione sempre all’Atalanta di Demiral per 30 milioni di euro, appositamente un tantino sopravvalutato.
La rosa però rimane sempre scarna; a centrocampo buon colpo Locatelli, ma attorno il vuoto. Inutile citare gli altri nomi della mediana perché rappresentano solo degli ottimi rincalzi per raggiungere quei determinati obiettivi dove la Juve vorrebbe arrivare. L’unico che forse poteva salvarsi era McKennie, valorizzato da Pirlo, ma che sembra non piacere al nuovo tecnico, provandolo in ruoli non suoi con scarsi risultati, la conseguenza del continuo susseguirsi di tecnici sulla panchina bianconera.
La partenza della Ronaldo spa è soltanto la punta del iceberg di una società non più solida e sopratutto organizzata. Pensare di sostituire Cr7 con Kean è pura utopia, l’ex Everton rappresenta un tappa buchi, dove tra l’altro già c’era Kajo Jorge. Così come al fronte dei tanti impegni della stagione è improponibile puntare in attacco solo su Morata e Dybala, deludenti nelle ultime annate sia sotto il piano del goal che delle prestazioni.
Puntare il dito solo su Allegri è sicuramente riduttivo, anche se con le sue testarde scelte ci sta mettendo la mano. Bisogna dargli ancora del tempo, però questa volta rispetto alle precedenti permanenze il bagaglio tecnico a disposizione è poca roba sia in quantità che qualità. In bocca a lupo Max!
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