La musica non cambia. Juve ancora distratta e sconfitta inopinatamente nei minuti di recupero. Che dire? Rischio di ripetermi.
La Juventus ha sicuramente il nono scudetto consecutivo in tasca, ma lo vince più per demerito delle altre che per merito suo. Le concorrenti hanno giocato a "ciapà no" come diciamo al nord, cioè a non approfittare dei momenti di impasse dei bianconeri. Juve da rivedere in difesa e a centrocampo. I mostri sacri della retroguardia sono ormai quasi in pensione, De Ligt ha almeno parzialmente deluso, mentre gli esterni bassi hanno evidenziato vistosi limiti.
Passiamo al centrocampo con Rabiot, che solo da qualche partita si è messo in carreggiata, Bentancourt deve ancora migliorare, Ramsey non ha potuto esprime le potenzialità per il ridotto minutaggio e poi fermiamoci qui per non parlare di Bernardeschi, di Pianijc o di Matuidi. In avanti due fuoriclasse che hanno consentito alla squadra di veleggiare comunque sul mare della tranquillità ma che, adeguatamente assistiti e serviti, avrebbero proiettato i bianconeri in un'orbita solitaria. Sarri vince il suo primo scudetto ma le sue progettualità dinamiche ed estetiche sono clamorosamente fallite.
Ora rimane l'obiettivo più ambizioso. Entrare nel novero delle migliori otto d'Europa. Il lasciapassare arriverà dal Lione. Una partita da giocare con il coltello tra i denti. In caso contrario si rischia di riproporre, stucchevoli passaggi laterali e ancor peggio disastrose amnesie difensive (vero Alex Sandro?) che potrebbero vanificare il traguardo principe della stagione, ovvero la Champions League.