Partiamo da lontano; la Juventus esce con le ossa rotte dal Wanda Metropolirano. Inizia la lapidazione pubblica; i tifosi inneggiano ad un cambiamento immediato sulla guida tecnica, i giornali rincarano la dose con smobilitazioni varie e problemi di bilancio tutti da decifrare.
Le sensazioni cambiano dopo una ventina di giorni; impresa clamorosa della squadra bianconera contro gli uomini guidati da Simeone, che ribalta in un sol colpo sia gli umori dei tifosi che quelli della carta stampata.
Si parla già di finale, di introiti e di mercato faraonico per rimanere sul tetto d’Europa.
Il tempo passa, la Juventus è sempre più vicina al suo ottavo scudetto e le polemiche, giuste o no che siano, si spostano sugli arbitri e presunti favori. D’altronde, in attesa delle sentenza chiamata Ajax, di qualcosa bisogna pur parlare e soprattutto bisogna vendere per mangiare. Si disquisisce di tutto e il contrario di tutto. Finalmente si arriva all’andata dei quarti di Finale: tutti aspettano al varco la Vecchia Signora. Non si può fallire; o meglio, sono in tanti che sperano questo fallimento arrivi.
Una partita sofferta che lascia, però, aperta una qualificazione per le top 4 d’Europa. Obbiettivo minimo per qualcuno, grande traguardo per qualcun’altro (Allegri?!)
Tra il ritorno allo Stadium e la resa dei conti, c’è la povera SPAL; unica tra le due ad aver qualcosa da chiedere al campionato. Sconfitta per la compagine bianconera; fiato alle trombe per tutti coloro che, più o meno velatamente, si considerano anti juventini. Un campionato dominato, diventa falsato. Una Juventus schiacciasassi, diventa dispensatrice di punti. Se ne parla molto, se ne parla ancora. Inutile negare che la Juventus fa notizia: nel bene e nel male.
Arriva finalmente la resa dei conti; l’Avvocato Agnelli diceva: “Quando la Juventus vince, festeggia metà Italia. Quando perde, festeggia l’altra metà”. Mai parole furono più azzeccate. Una BRUTTISSIMA Juventus, cade contro i ragazzotti don Amsterdam. Gli juventini si disperano, i tifosi avversari, ma soprattutto le televisioni, si sfregano le mani. Partono le sentenze, i dibattiti, gli sfottò... insomma la Juventus è di nuovo al centro del mondo mediatico.
Siamo al 18 Aprile. Una stagione, che comunque porterà all’ottavo scudetto e a una super coppa italiana, diventa fallimentare. Allegri se ne va; anzi no, rimane.
Ma siamo sicuri debba rimanere?! Il crollo in borsa, il Fair Play finanziario, Ronaldo se ne va. Pjanic pure. Dybala ha chiesto la cessione. Allegri deve andare via. Finisce un ciclo per tutta la metà d’Italia che oggi festeggia.
Un po’ come l’anno scorso, dove dopo Madrid doveva essere rivoluzione ed arrivó invece (per il rosicamento di tutti) CR7 per alimentare il sogno Champions.
Qui sta il punto. Mentre tutto gli altri si fanno prendere dall’altalena, la dirigenza Juventina guarda tutti, da lontano, divertirsi sulla giostra. Poi ci lamentiamo se la vecchia signora vince campionati con 20 punti di vantaggio...
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