E' ormai celebre ed ha fatto storia, triste purtroppo, lo slogan istituito dalla Juventus nella passata stagione ed utilizzato in particolar modo per il cammino in Champions League della Vecchia Signora. Siamo stati tutti tempestati da questo ritornello, al quale si accompagnavano le immagini dei calciatori bianconeri con tanto di strisce bicolore sotto gli occhi, che ne volevano lasciar intendere l'intenzione di combattere, guarda caso, "fino alla fine".
Il motto principe dei Campioni d'Italia in carica però, ultimamente, sembra non proprio rispecchiare l'atteggiamento messo in campo dalla squadra; quell'ardore, quella fame, quella cattiveria agonistica sembrano essere sparite, facendo posto ad una timidezza e ad un'insicurezza che raramente hanno caratterizzato la storia bianconera. Più che "fino alla fine", la Juventus pare indirizzata su "fine alla fine del primo tempo"; infatti, dopo i primi 45 minuti a livello medio-alto, ma per lo meno sempre accettabile, la squadra di Allegri sembra tirar i remi in barca e, inspiegabilmente, cullarsi, esponendo il fianco agli affondi avversari.
Al di là delle disposizioni tattiche, della scelta degli undici titolari e degli eventuali subentranti, ciò che preoccupa è la condizione mentale di tutto il gruppo. Non è facile da ricordare un team così fragile psicologicamente, che alla prima difficoltà si racchiude nel guscio della propria depressione e, incapace di reagire sensatamente, offre manifestazioni isteriche e improduttive. La "halma" è la virtù dei forti, ma oltre a questa servirebbe anche un lavoro introspettivo, al fine di ridare autostima, fiducia e, soprattutto, stimoli a questa squadra, che dal punto di vista tecnico non ha nulla da invidiare a nessuno.
Per cui, dopo il balbettante pareggio di Bergamo, che non lasciava presagire nulla di buono, e l'eclatante quanto inaspettata sconfitta in casa contro la Lazio, per la Juve è tempo di tirar fuori gli attributi e regalare ai tifosi una prestazione convincente e fruttuosa; un passaggio a vuoto questa sera potrebbe risultare fatale per l'ambiente, anche se non decisivo per il passaggio del turno. Sono pochissimi i ragionamenti da fare: la tattica deve essenzialmente lasciare spazio al cuore, la vanità del singolo deve inchinarsi alla ragion di squadra e l'incertezza deve essere sostituita dalla coscienza delle proprie, immense, qualità.
Sono questi i tre cambi che Allegri deve operare per questo importantissimo crocevia; perchè se è vero che vedremo la vera Juve a marzo, è anche inutile aspettare per godere di tale spettacolo se fuori dai giochi in anticipo. Quindi, poche chiacchiere e molti più fatti. E' il momento di dare una scossa, è il momento di vincere e convincere. It's time!!!
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