Manca solo una partita alla fine del campionato e il Milan è terzo in classifica, con 76 punti, affiancando proprio quell'Atalanta a cui si andrà a fare visita domenica sera, con inizio alle 20,45.
Basterebbe questa considerazione per riempirci di gioia. Felici per essere tornati, almeno per una stagione ad essere competitivi e poter lottare per una qualificazione Champions che ad inizio anno poteva sembrare possibile, ma molto complicata. Eppure sono mesi, esattamente dalla trasferta di La Spezia, il 13 febbraio e una sconfitta per due a zero, non preventivata, che molti tifosi milanisti, suonano le campane a morte, convinti che la nostra squadra non possa arrivare fra le prime quattro. Un crescendo fastidioso che le sconfitte contro Sassuolo e Lazio avevano amplificato e che grazie all'impresa di Torino, contro la Juventus, sembravano sparite, per tornare dopo la partita contro il Cagliari, purtroppo pareggiata, quasi fossero contenti, moderni Cassandre, di conoscere già il risultato finale, non solo delle partite del Milan, ma anche delle avversarie.  

Vorrei allora provare a fare alcune considerazioni cercando di analizzare i fatti, senza essere condizionato da tutte quelle logiche emozioni negative, che il pareggio contro il Cagliari ci ha lasciato in eredità. Essere stati in testa per più di metà campionato ha probabilmente nuociuto all'obiettività di molti tifosi. L'etichetta assegnata al nostro allenatore, colpevole di sbagliare le seconde stagioni, è già stata ampiamente smentita. Ora è il suo palmares ad essere esibito, come se i risultati ottenuti a Roma, sponda Lazio, o a Firenze, dove la squadra era sconvolta dalla morte di Astori, non fossero stati importanti. Per questi tifosi la meritocrazia, non esiste, Capello, Sacchi o Zaccheroni, non avrebbero mai potuto allenare il Milan, così come un allenatore "normale", non potrebbe mai vincere e realizzarsi professionalmente. Mister Pioli avrà certamente delle colpe, dubito esista l'allenatore perfetto, ma la maggiore è averci regalato ventun giornate in testa alla classifica e 43 punti nel solo girone d'andata, inanellando una serie di record.  

Detto questo, sono un "vecchio tifoso" di quelli che soffre quando il Milan non vince, che ama il calcio e tenta di analizzare, con logica, ogni risultato. Devo ammettere che mai, in passato, mi era capitato di sentire così tante "cattiverie" (il più delle volte ingiuste) contro la squadra che "amo" e che mi ha dato molte più soddisfazioni che dolori. Le offese a Pioli, che è terzo con una squadra da sesto posto, senza attaccanti, sono inopportune, così come le critiche a giocatori che quello valgono, essendo ragazzi e non Campioni affermati. Una squadra non si inventa e il pareggio di ieri, ha le sue logiche e i suoi perchè, senza per questo cercare colpevoli. Qualora succedesse di arrivare quinti, parlare di "fallimento" sarebbe sbagliato ed è per questo motivo che l'allenatore ha cercato di smorzare le critiche, poichè è interesse di tutti non mettere troppa pressione alla squadra. Il Milan, in questa stagione, ha mostrato un gioco, in Italia e all'estero.  E' la squadra più giovane del campionato, ha dimezzato le perdite, nonostante il Covid, ha messo l'intelaiatura di una squadra, grazie a prestiti e spese più che oculate, ha battuto tutta una serie di record, vinto a Torino, fatto 76 Punti, prima dell'ultima giornata che si pensavano ampiamente sufficienti per raggiungere la qualificazione al nostro sogno. 

La partita contro l'Atalanta a Bergamo è indubbiamente complicata, la sconfitta può anche essere messa in preventivo, così come le vittorie di Napoli e Juve, sono date per scontate, ma basta un imprevisto, un temporale, un campo pesante, un rigore o un cartellino rosso, per stravolgere ogni pronostico. Cose già successe in passato. Magari Caldara, come De Vrj nel 2018 . Oppure semplicemente che la finale di Coppa Italia, che si giocherà mercoledì sera fra Juventus e Atalanta, a prescindere dal risultato finale, possa levare alle contendenti qualche energia sia fisica che mentale. E' quindi evidente, a meno che non si abbiano doti di prevedere il futuro, aspettare domenica sera, per piangere o gioire. Personalmente ritengo sbagliato affidare il nostro giudizio al risultato di Bergamo. La squadra è più debole delle avversarie, se la Proprietà voleva la certezza della qualificazione sarebbe stato sufficiente acquistare un attaccante nel mercato invernale, ma poichè la sostenibilità economica ha rilevanza ben maggiore di altre, si sono fatte scelte fin troppo chiare e mister Pioli sarà confermato.

Continuiamo a complimentarci che abbiamo la squadra più giovane del campionato, ma ciò porta a non avere leader, (se non Gigio e Ibra che era infortunato) che possano trascinare i compagni. 30 punti in casa e 46 in trasferta, non dipendono da Mister Pioli, da moduli o scelte tecniche, è una questione di "testa e esperienza" e quella non si trova per strada e non si compra. Noi tifosi possiamo solo scegliere se sostenere la squadra, consapevoli che siamo "meno forti" di molte altre squadre, oppure incazzarci, perchè questa squadra di "ragazzi" non sa vincere una partita facile e poi vince partite impossibili. L'ultima giornata potrà consegnarci un miracoloso, secondo, terzo o quarto posto, oppure un demoralizzante quinto, non fallimentare, cambiando solo i nostri stati d'animo e i soldi nelle casse, ma non colmerebbe certamente tutta la "sofferenza sportiva" ingoiata in tutti questi ultimi lunghi anni. NOI tifiamo Milan, per anni abbiamo avuto più di un PALLONE D'ORO giocare con la nostra maglia, oggi incitiamo ragazzi. Il proprietario è un Fondo Economico, ma tifo ugualmente. Ne ho visti tanti di Presidenti, ricchi e poveri. La serie B e le vittorie più belle. Allenatori entusiasmanti e inguardabili, brocchi, di nome e di fatto. Calciatori meravigliosi e "vere pippe". Si lo so benissimo che il calcio sta cambiando, in peggio, ma me lo faccio piacere ugualmente, TIFANDO MILAN, continuando a gioire o soffrire, ecco perchè comunque vada a finire non sarà il risultato di domenica a condizionare il mio amore. Una sola cosa chiedo a chi ama il Milan come me, almeno fino a domenica sera, fermate le campane a morto, rinunciate a salire e scendere dal "nostro carro", che sarebbe già festante senza quel vergognoso rigore dato alla Juventus, contro l'Inter a tre minuti dalla fine.
Voi, se non andremo in Champions vi sentirete realizzati, mentre per quelli come me sarebbe un altro gol di Mutari, annullato e fino a quando sarò in vita, sarà difficile dimenticarlo. Poi avrete tutto il tempo per criticare e, con tutto il cuore, mi auguro non ne abbiate la possibilità. 
FINO ALLA FINE. FORZA MILAN