Il tifoso medio capisce poco o nulla di calcio. So che con questa frase aumenterò le antipatie nei miei confronti, ma asserire il contrario sarebbe da ipocrita, difetto, tra i tanti che ho, che non mi appartiene.

Il signor Rossi e il signor Bianchi capiscono poco o nulla di football perché ignorano il gioco, non si fermano ad osservare i dettagli, ad analizzare lo stato di forma psicofisica, la tecnica, la velocità, il cambio di passo, la resistenza allo sforzo, l’intelligenza calcistica di ogni singolo giocatore che compone una squadra.
Il signor Rossi e il signor Bianchi non le conoscono proprio le caratteristiche dei giocatori, soprattutto quelle degli avversari. Il signor Rossi e il signor Bianchi preferiscono dedicarsi a quello che ormai è diventato lo sport nazionale, ossia il lancio delle uova marce in faccia all’allenatore non vincente.
Mio padre sostiene da sempre che per capire il calcio non occorre averlo giocato, non serve guardarlo in TV, bisogna vederlo allo stadio, dall’alto. Solo così si capiscono i movimenti, i km percorsi, la ricerca dell’ombra nelle giornate calde, la velocità e precisione in ripartenza, l’intensità e il coinvolgimento di tutti nel pressing.
Papà, a differenza mia che sono interista, è milanista, e per questo faccio fatica a dargli ragione per quanto riguarda il pallone, ma riflettendo bene non ha tutti i torti.

La gente guarda le partite della propria squadra in TV, solo circa 70.000 fortunati su milioni di tifosi hanno il privilegio di sedersi su quegli scomodi seggiolini degli stadi per “ammirare” giovani milionari prendere a calci una sfera di cuoio.
La gente mediamente non guarda le partite delle altre squadre, non guarda le partite dei campionati stranieri, la gente non conosce Alphonso Davies del Bayern Monaco, non sa quanto è più forte di Dumfries.
La gente non conosce, ignora, e quando arriva Inter-Bayern si stupisce della superiorità dei bavaresi e allora incomincia a strillare, ad urlare, a riempire di insulti Simone Inzaghi, allenatore dell’Inter, colpevole di non saper fare la formazione, di non saper gestire il gruppo, di non saper dare una mentalità vincente, un gioco, una dignità ai nerazzurri… colpevole di telecomandare con la Playstation i piedini di Correa, colpevole di vietare ai suoi ragazzi di puntare l’uomo, di provare a dribblarlo.

Simone Inzaghi non è un allenatore top, non è Antonio Conte, non è Jurgen Klopp, non è Pep Guardiola, ma se il signor Rossi e il signor Bianchi spendessero un po’ più di tempo ad osservare dall’alto i loro beniamini e guardassero qualche video youtube di Alphonso Davies, soffrirebbero un po’ meno di isterismo e un po’ di più di interismo.
La dimensione dell’Inter è l’Europa League, per la Champions occorrono altri giocatori… e probabilmente un altro allenatore.
AMALA!!!