All'inizio del mercato i tifosi interisti si aspettavano un mercato scoppiettante farcito di nomi roboanti. Dopo gli antipasti dello scorso anno, Joao Mario e Gabigol, poco utili sul campo ma estremamente costosi (un'ottantina di milioni in due), si attendeva la fatidica data del 30/06 per dare fuoco alle polveri.
Si pensava che rimessa nel fodero la spada di Damocle del FPF, Suning avrebbe esploso la sua potenza finanziaria, permettendo l'acquisto di nomi dal blasone di Morattiana memoria. Con amarezza e un pizzico di delusione ci è poi stato spiegato che i tipi di accordi sottoscritti con l'Uefa non scadevano quest'anno e occorre sempre rimanere nell'alveo dei "fatturati" e dell'autofinanziamento. In due parole: vendere per comprare.
Tuttavia neanche con tutta la fantasia del mondo si poteva pensare che l'abile Sabatini arrivasse a concludere una sorta di scambio col Valencia. Mentre il Milan ricorre all'Ingegneria Finanziaria, emettendo Bond su mercati internazionali, ricercando Fidejussioni a destra e manca, con le azioni in pegno al fondo Elliot, il DS nerazzurro ricorre alla più banale e semplice delle operazioni: "il Baratto", io do una cosa a te tu dai una cosa a me.
In cambio del vituperato Kondogbia e di una congrua differenza in milioni, il Valencia è disposto a cedere uno dei suoi gioelli più preziosi, Joao Cancelo. Giocatore sul quale anche la Juventus aveva messo gli occhi e giudicato uno degli esterni bassi più interessanti a livello europeo.
Portoghese, scuola Benfica, Cancelo si è messo in luce negli ultimi due campionati spagnoli, con 73 presenze, due goal e 8 assist. Se l'affare come sembra andrà in porto le fasce dell'Inter saranno rinnovate con due giocatori giovani, Cancelo e Dalbert, dalla forte spinta propulsiva, da una fase difensiva da affinare ma dal potenziale tecnico considerevole, come non si vedeva dai tempi del triplete.
Allo stesso tempo questo inusuale "baratto" consente all'Inter di rottamare, almeno temporaneamente, un giocatore come Geoffrey Kondogbia arrivato con le stimmate del futuro campione, ma incappato in una serie altalenante di prestazioni, con più bassi che alti, e idealmente conclusa con il clamoroso autogoal nell'ICC. La sensazione che quello fosse il suo commiato ai tifosi è stata ahinoi lampante.
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