INTER-BOLOGNA 0-1
Dopo il pranzo e la cena, è il pasto più importante della serata. Quello che si fa dopo le partite dell’Inter per placare la fame chimica che ti attanaglia lo stomaco. Una specie di sfogo bulimico vitale, che appaga senza danni collaterali la tensione e il malessere diffuso che solo il posticipo può regalare. Senza di esso sarebbe molto più difficile resistere alla tentazione di rispondere a tutti gli amici che (sms, mms, uozzap, feisbuc o tuitter) si ricordano della tua fede e rigirano il coltello nella piaga. Ecco, grazie al terzo pasto, invece, il coltello più affondare nel barattolo XXL di Nutella per poi atterrare sulla classica fetta di pane che hai appositamente lasciato sul tavolo a cena. La masticazione lenta, quasi come la circolazione della palla tra Gargano e Benassi, è fondamentale per distendere i nervi e dimenticare le urla di quello del palazzo di fronte, quello che a inizio campionato urlava solamente contro Allegri e Galliani, e che adesso è diventato la nemesi di My-sky con le sue esultanze rigorosamente in diretta che rovinano la mia visione (peraltro già inguardabile di suo) in differita di 30 minuti.
L’alternanza dei sapori è un altro dei segreti. Dolce, salato, dolce, salato senza uno schema fisso, senza una logica, lasciandosi guidare solamente dai sensi, zittendo la ragione o qualsiasi altro suggerimento che il cervello tenta di dare. Come solamente gli adolescenti di fronte al primo amore o Stramaccioni al cospetto dell’undici titolare. Ma non si può essere pronti a tutto e il mondo reale non è così ovattato. E allora può capitare che apri la dispensa già pregustando la croccantezza di una decina di Pringles e ti accorgi di averle finite. Per un attimo il pavimento della cucina sembra tremare, ma non ti scomponi e subito cerchi un’alternativa, una specie di vice-Pringles, ma non trovi altro che un mezzo pacchetto di crackers aperti e stantii. Se al Supermercato avessi seguito l’istinto e non le esigenze del Fair Play Finanziario Famigliare…. magari delle *** di patatine le avrei anche comprate. Basta così, allora. La notte avanza e forse non conviene riempirsi troppo, anche se appesantirsi risulterà utile. Concilierà il sonno. E mentre gli occhi si chiudono e il buio comincia ad avvolgerti, anche i faccioni di Moratti e Stramaccioni te lo confermeranno: “Il terzo pasto è fondamentale”
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23 Novembre 1980
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