La prestazione dell'Inter, ieri sera, ha stupito un po' tutti, in quanto inaspettata ed in totale contrasto con quanto visto negli ultimi tempi.
I ragazzi di Mancini non hanno sbagliato nulla, hanno affrontato con coraggio la semifinale di ritorno della Coppa Italia, nonostante il 3 a 0 dell'andata sembrava precludere ai nerazzurri ogni possibilità di reazione.
La squadra è riuscita ad esprimersi liberamente, senza pressione, quasi con leggerezza, mettendo in mostra quelle qualità che probabilmente Roberto Mancini aveva in mente quando ha formato questo collettivo, la scorsa estate. Qualità che fino a domenica sera, fino alla gara di campionato sempre contro la Juventus, sembravano essere inesistenti, o quanto meno, ben nascoste. Dal punto di vista atletico l'Inter è stata infaticabile: pressing asfissiante, tanta corsa e giro palla a ritmo davvero elevato. Anche l'approccio tattico e mentale alla gara sono stati ottimi.
Giocatori che sino ad ora, o anche solo negli ultimi tempi, avevano deluso si sono rivelati in realtà pedine potenzialmente importanti. Tra essi sicuramente Kondogbia, sino ad ora oggetto misterioso e dal potenziale pressoché indecifrabile. Pur giocando solo un tempo, il francese classe '93, ha fatto vedere cose buone, dal discreto senso della posizione, agli inserimenti che hanno reso la squadra nerazzurra pericolosa fin da subito.
D'Ambrosio si è mostrato duttile, arcigno e grintoso, a dispetto della sua copia pallida, scesa in campo domenica sera a Torino ed autore dell'assist del goal di Bonucci. Il numero 33 nerazzurro ha tenuto bene il campo e si è reso protagonista di azioni difensive da centrale navigato, pur con qualche piccola sbavatura, non essendo nella sua posizione ottimale.
In merito allo spirito battagliero mostrato dall'Inter ieri sera, eloquente è la permanenza in campo di Davide Santon, nonostante il colpo subito in contrasto con Paul Pogba. Questo atteggiamento denota che i giocatori abbiano capito, si spera, cosa significhi indossare una maglia con quei colori.
Viene da chiedersi perché la squadra, fino alle 20:45 di ieri sera, non si sia mai messa in gioco con questa determinazione ed intensità. Al di la del mancato passaggio del turno, i tifosi non possono che ritenersi soddisfatti, in ragione del fatto che finalmente la squadra ha mostrato d'avere gli attributi, finalmente. Non resta che dare continuità a ciò che i giocatori son riusciti a fare, contro un vero dream team (seppur non in assetto da guerra).
Che le strigliate di allenatore e società (Zanetti compreso) siano fonte di motivazione. Avanti tutta.
23 Novembre 1980
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