Arrivati al giro di boa è ora di fare un po' i conti per quel che riguarda il rendimento dell'Inter in questa prima parte di stagione.
A parte il più ottimista e sognatore tra i supporter nerazzurri, veramente in pochi si sarebbero aspettati la squadra di Conte al secondo posto in graduatoria e a -2 dai grandi rivali della Juventus. La Beneamata, ad un passo dal titolo d'inverno, ha dimostrato come non mai che i pronostici e le convinzioni della vigilia sono difatti delle pure e semplici illusioni, che difficilmente potranno avere una consistenza nella realtà.
Il percorso, almeno, in Italia è stato netto: 46 punti in 19 partite, con 40 gol fatti e 16 subiti, che fanno dell'Inter la miglior difesa del campionato, nonchè una delle squadre con l'attacco più prolifico (3°dietro a Lazio e Atalanta). Gli uomini di Conte hanno avuto una grande evoluzione sia tecnica che mentale, poichè nonostante le grandi difficoltà legate a qualche infortunio di troppo, che hanno difatti privato la squadra del centrocampo titolare per ben 2 mesi e mezzo, il deficit dal punto di vista dei risultati non è per niente arrivato, lottando contro la Juventus ad armi pari.
Dal punto di vista della testa e della personalità, la squadra ha saputo reagire prontamente a brutte sconfitte come quelle arrivate a Dortmund e in casa contro Juve e Barcellona, segnale di come qualcosa dal punto di vista mentale sia cambiato rispetto agli anni scorsi: ovvero meno rimpianti e piagnistei ma lavoro duro e tanto sacrificio che alla fine le soddisfazioni arrivano. Oggi quel "testa bassa e pedalare" targato Antonio Conte del 7 luglio 2019, è diventato un dogma quasi infallibile, perfettamente integrato e inciso nella testa e nel cuore di ogni singolo giocatore nerazzurro.
Una delle poche pecche della nuova Inter, confermata anche nell'ultima partita contro l'Atalanta, è probabilmente la mancanza di fantasia ed estro in mezzo, che permetterebbe ai nerazzurri di fare quel definitivo salto di qualità. La presenza del rientrante Sensi e dell'incomiabile Brozovic, probabilmente non basta per ricoprire il gap tecnico contro squadre che dalla cintola in sù sono ben più attrezzate. In partite come quella di sabato o come quelle citate in precedenza, la presenza di un palleggiatore in più avrebbe fatto decisamente comodo a mister Conte, in modo da rendere la squadra più reattiva anche in casi di abbassamento del baricentro e pressione avversaria. Ecco allora, che da questo punto di vista, il possibile arrivo di Eriksen sarebbe fondamentale. Il danese è un mix di estro e fantasia, capace di agire dietro le due punte, ma anche nella posizione di mezz'ala; la sua esperienza e la sua enorme qualità permetterebbero a Conte di poter girare i propri uomini in centrocampo e dal punto di vista tecnico-tattico darebbero una grande mano alla squadra, sia dal punto di vista offensivo che difensivo nel tener palla e gestire i tempi del gioco.
Ecco perchè, se si bisogna scegliere meglio optare su Eriksen che su Vidal.
Sandro Caramazza
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