Nella nostra vita da tifosi viviamo numerosi match, e questo porta al punto di affezionarsi alle sfide con determinate squadre.
Essendo juventino, una delle sfide che più mi eccita non può che essere Juventus-Real Madrid.
Ho vissuto gli scontri tra i bianconeri e i madrileni diverse volte. A capitanare la lista c'è sicuramente il doppio confronto del 2015, quello in cui riuscimmo a strappare un pari al Bernabeu, quel pari che era sinonimo di "Finale".
Nella storia, comunque, ce ne sono stati diversi di incontri tra i due club, forse coloro che hanno vissuto a pieno gli anni '90 ricorderanno con più piacere il quarto di finale del 1996, dove da lì si spianò la strada verso la Champions League, alzata poi a Roma.
Ma quando fu la prima volta che un match tra questi 2 club andò in scena?

Il primo doppio confronto (che poi divenne triplo) tra Juventus e Real Madrid risale al 1962.
Siamo al quarto di finale della settima edizione della Coppa dei Campioni. Gli spagnoli, nelle edizioni precedenti, hanno letteralmente dominato il continente vincendo il trofeo per 5 volte di fila, arrivando secondi nella stagione precedente. Una corazzata in grado di non perdere mai in casa nel proprio stadio e in cui gli avversari presentatisi al Chamartin (ribattezzato Bernabeu 8 anni dopo) non hanno mai assaporato il gusto della vittoria. Per i bianconeri, quella fu la terza partecipazione al torneo più ambito dai club europei, ed era la prima volta che passarono gli ottavi di finale.
Fatto sta, che molti danno Sivori e compagni per spacciati, definendo solo una comparsa quella della Juventus. L'andata si disputa a Torino e termina come preannunciato dal pronostico: vittoria del Real di Di Stéfano, anche se solo per 1 a 0.

Una settimana di tempo per preparare il ritorno.
Parola (allenatore del club zebrato) ci crede e motiva la squadra, ritenendo che quello svantaggio di una sola rete può essere ribaltato.
Ad inizio gara, la Juventus comincia a farsi valere e al 38' ecco che arriva il vantaggio di Sivori su assist di Charles. Il Chamartin (Bernabeu) è incredulo. Una doccia fredda per gli spagnoli, che in quel momento si trovarono in svantaggio nella loro casa; quella casa che non era a conoscenza del significato del termine "sconfitta".
I membri del club madridista si innervosiscono, ogni scusa è buona per discutere. Addirittura chiedono al direttore di gara di cambiare i pantaloncini neri con quelli di color viola, perché i primi si confondono con le maglie della Juventus. Il Real incredulo, prova ad affondare nell'area avversaria, ma è tutto inutile: i bianconeri chiudono letteralmente gli spazi.
Il match finisce 1 a 0. Parità totale.
Pur se ancora non si è deciso chi approderà in semifinale, per il club italiano resta comunque un'impresa. A decidere le sorti di quel quarto di finale è lo spareggio tenutosi una settimana più tardi nel campo neutro di Parigi.

Nella partita disputatasi al Parco dei Principi, i blancos passano in vantaggio al primo minuto. A solo un quarto d'ora dall'inizio della gara, John Charles rimedia un infortunio, ma il suo spirito combattivo lo trattiene in campo per tutta la partita.
Il pari di Sivori al 36' è solo un illusione purtroppo: nel secondo tempo il Real siglerà altri 2 gol infrangendo i sogni dei bianconeri. Ma per quest'ultimi resta comunque una prova d'orgoglio. Nessuno ha dato mai così del filo da torcere a Los merengues; o per lo meno nessuno li aveva battuti in casa loro, condannandoli allo spareggio per andare avanti in Coppa dei Campioni.
Quella stagione, come la precedente, il titolo di campione d'Europa spetta al Benfica. Il Real deve arrendersi per la seconda volta nell''ultimo atto, ma rivelandosi pur sempre il più grande club di quegli anni. Avranno pur perso la seconda finale, ma fu comunque la settima consecutiva, ricordando che conquistarono le prime 5.

La grandezza del Real Madrid mi ha sempre affascinato, ciò che hanno realizzato nella loro storia è un qualcosa di magnifico. Un qualcosa che si ottiene quando si nasce non solo per dominare nel proprio paese, ma anche per comandare oltre i confini.
Ecco il motivo per cui ogni qual volta che la Juventus incontra il Real Madrid da parte mia c'è un mix di emozioni. Stai affrontando i più vincenti nella storia della Champions League; coloro che ancora oggi nelle partite europee danno anima e cuore. Perché non importa se hai più coppe di chiunque altro... bisogna sempre puntare ad ottenere il massimo risultato.
La mia ammirazione per loro nasce anche ovviamente da diversi giocatori che ho sempre stimato: CR7, Modric, Benzema e anche alcuni di un passato più remoto, Zidane in primis.

Sperando che la mia Juventus possa tornare ad esser quella di un tempo e che possa realizzare altri grandi sfide europee... soprattutto contro il grande Real.