Decine di opere cinematografiche con ambientazione nelle vacanze natalizie trattano il tema ormai consumato del "regalo dell'ultimo minuto", un must del periodo dell'anno che stiamo vivendo. Il cenone della Vigilia si avvicina, tutta la famiglia è ormai pronta intorno ad una grande tavolata, ma lo sbadato protagonista deve correre a rotta di collo in lungo e in largo per la città innevata, alla ricerca dell'ultimo cadeau da posare sotto l'albero riccamente addobbato. Non completare la missione, all'apparenza impossibile, comporterebbe un danno irreparabile per la felicità di questo giorno di festa. E dopo mille peripezie, il nostro eroe ce la fa: trova il regalo giusto nell'ultimo negozio rimasto aperto, arriva a casa giusto in tempo e vissero tutti felici e contenti.
Vi vedo già sul divano, col maglione rosso e l'albero acceso ad intermittenza, a gustarvi qualche film a tema natalizio che tratta di storie simili a questa.
Ma vi vedo ancor meglio, davanti al vostro televisore, gustarvi Theo Hernandez che al minuto numero novantadue di Milan - Lazio, antivigilia di Natale dell'anno 2020, svetta di testa ed insacca il gol del definitivo 3-2. E' proprio questo il pacco regalo che tutti i milanisti volevano trovare sotto l'albero del Santo Natale e, dato che nel 2020 siamo stati particolarmente buoni, bravi e diligenti, Babbo Natale ci ha accontentato in tutto: ha letto milioni di letterine rossonere ed ha impacchettato il pregiato dono.

Eppure, per uscire dalla metafora e restare sul crudo tema calcistico, le premesse per chiudere in tono agrodolce un anno (calcisticamente, solo calcisticamente) di zucchero e melassa, c'erano tutte. I ragazzi di Pioli, come abitudine a cui abbiamo fatto il callo, arrivano al match contro la Lazio largamente rimaneggiati: agli infortuni di lungo corso di Simon Kjaer, Ismael Bennacer e sopratutto Zlatan Ibrahimovic, si aggiungono la squalifica di Franck Kessie e gli acciacchi (con rientro provvidenziale last minute) di Ante Rebic e Sandro Tonali.  Oltre a ciò, l'Inter di Conte aveva appena battuto il Verona in trasferta, nel match pomeridiano, completando il momentaneo sorpasso in vetta alla classifica della Serie A. La Lazio, da parte sua, pur avendo qualche uomo importante fuori (Acerbi su tutti) arriva alla sfida di San Siro in condizioni psico-fisiche ottimali, pompate dall'accesso agli ottavi di Champions League e dal bel successo sul Napoli dell'ultimo turno. Pronti-via, proprio come a Reggio Emilia, il Milan stordisce l'avversario col primo gancio (colpo di testa da azione d'angolo, per il primo gol stagionale di Rebic) e lo manda al tappeto con un montante (Calhanoglu su rigore, fallo su Rebic) nel giro di diciassette minuti.  La Lazio macina gioco, tocchi di palla e possesso, ma costruisce poche azioni realmente pericolose. Tanto basta, tuttavia, per riaprire il match, grazie ad un rigore, molto dubbio, causato da un pestone di Kalulu (il concetto di danno procurato, a fronte di una situazione totalmente innocua, andrebbe rivisto e corretto): Donnarumma compie un miracolo sul tiro dal dischetto di Immobile, ma il pallone rimbalza sulla traversa e finisce proprio sulla testa di Luis Alberto, che segna il gol del 2-1. Nella ripresa, Immobile insacca il gol del pareggio con un sinistro al volo di pregevole fattura, su assist al bacio di Milinkovic-Savic: l'inerzia del match sembra essersi sbilanciata tutta dalla parte dei biancocelesti e la capitolazione del Milan pare ormai questione di minuti.  Invece, com'è accaduto molto spesso in questo anno di grazia (calcistica) duemilaventi, accade l'imponderabile: Simone Inzaghi, con una mossa tattica discutibile, toglie dal campo Immobile e Milinkovic-Savic, abbassando i giri ed il raggio d'azione della manovra laziale.  Contemporaneamente, sale in cattedra un sontuoso Theo Hernandez, che come una dinamo pare abbia ricaricato le proprie energie nel corso del match: prima serve a Rebic un pallone d'oro a centro area, che solo per il riflesso spettacolare di Reina non termine la sua corsa rasoterra in rete. Poi ancora il croato, imbeccato da Calhanoglu, spreca a tu per tu col portiere biancoceleste, calciando clamorosamente a lato. Sembra finita, con i soliti rimpianti rossoneri: nonostante larga parte della critica parli di un pareggio sostanzialmente giusto, non si può evitare di sottolineare l'assoluta inoperosità di Donnarumma per tutto il match. Gli interventi del portiere rossonero degni di uno spazio negli highlights, si esauriscono nel rigore (prodigiosamente) neutralizzato a Immobile, ma subito ribattuto in rete e quindi ininfuente ai fini statistici, e nella smanacciata su tiro da calcio d'angolo. Stop.  Il Milan, nonostante le contrastanti disamine dei giornali, ha costruito fino al 91'50'' almeno quattro nitide palle-gol e la quinta arriva proprio al minuto numero novantadue: il treno Theo Hernandez s'incunea ancora in area avversaria e guadagna un corner, Calhanoglu lo batte in mezzo, sempre il terzino francese svetta su tutti ed insacca. E' il tripudio rossonero.

Un tripudio fatto di cuore, gioventù, gioco e freddi, freddissimi numeri, i quali per definizione non mentono mai: 26 risultati utili consecutivi, 16 partite consecutive in marcatura multipla (record italiano di sempre, ad un passo dal record europeo del Barcellona 1948), 34 partite consecutive in gol, 79 punti nell'anno solare 2020 (primato italiano), media punti 2,26 a partita (inferiore solo a quella del Milan tricolore 2004: 2,35), unica squadra ancora imbattuta nei cinque top campionati europei. Inoltre, da oltre venticinque anni il Milan non segnava due gol direttamente da corner nella stessa partita: era il 26 novembre 1995, quando in un Milan-Piacenza 3-0 marcarono il tabellino su assist diretto da corner prima Panucci e poi Maldini. Lo stesso Paolo Maldini, oggi nelle vesti di alto dirigente, che si lascia andare ad un'inedita esultanza (quasi) alla Galliani, prima di scendere in campo per abbracciare mister Pioli, la squadra e soprattutto Theo Hernandez. Quel Theo Hernandez che egli aveva definito come il potenziale "migliore terzino sinistro del mondo" il giorno della presentazione a Casa Milan: un'altra promessa mantenuta, per un Natale rossonero di gioia.