Martedì sera l'Inter non è riuscita a fare il suo e ha dovuto dire addio alla Champions League, mancando quegli ottavi che solo un mese fa sembravano vicinissimi.
L'inevitabile delusione sopraggiunta al fischio finale del match contro il PSV ha cancellato i buoni propositi e le più rosee previsioni di gran parte della tifoseria. Legittimamente questa uscita da una competizione attesa per troppo tempo dalle parti di Appiano Gentile è apparsa come un fallimento, un presagio dell'ennesima stagione da vivere nell'anonimato.
In realtà, se si analizza bene ciò che si è fatto da un anno e mezzo a questa parte e ciò che si sta per fare, si può facilmente intravedere la luce di una nuova alba neanche troppo lontana.
Il ritorno in Champions è stato il primo mattoncino di un processo di crescita che sta andando avanti e che detta così, ad oggi, può sembrare un paradosso. L'Inter sta pian piano costruendo il suo futuro, la società sta delineando una strada precisa, chiara.
L'arrivo di Beppe Marotta, che verrà ufficializzato tra poche ore, è un importante tassello messo a punto da Suning. Lo stesso Zhang, inoltre, ha preso coscienza dell'inadeguatezza di Luciano Spalletti per riportare l'Inter in cima in Italia e in Europa. A giugno sicuramente vedremo un altro tecnico più blasonato su quella panchina.
Altri segnali positivi arrivano dall'interno della squadra, dallo spogliatoio, da alcuni giocatori leader in grado di caricare tutto l'ambiente. Vanno in questa direzione le dichiarazioni di capitan Icardi e di Samir Handanovic; un vero capitano dopo l'addio di Javier Zanetti si sta dimostrando il 9 di Rosario, il quale finalmente gioca con e per la squadra. Un motivatore come pochi è il veterano Handanovic che ha subito rivolto lo sguardo ad obiettivi importanti che l'Inter può ancora raggiungere. Uno su tutti la vittoria di quell'Europa League tradizionalmente snobbata dai club italiani e che invece arricchirebbe il palmarès di un trofeo europeo prestigioso, oltre che garantire l'accesso alla prossima Champions League e alla finale della Supercoppa Europea.
Tanti fattori dunque fanno pensare che il motivo musicale interista quest'anno non è la solita cantilena un po' stonata, ma un tormentone che sta prendendo forma. Mattone dopo mattone l'Inter sta crescendo e questa uscita dalla Champions, in un girone quasi impossibile sulla carta, può responsabilizzare e far crescere ancora di più la squadra. In che modo? Concentrandosi su ogni partita, di campionato così come di coppa, come se ognuna fosse una finale. La strada è indicata.
L'apocalisse dell'Inter c'è già stata, anni fa. Ora l'alba di nuove vittorie si avvicina sempre di più.
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